TRIESTE Per un po’ si è coltivata la speranza, ma alla fine l’Alma ha dovuto rinviare a domenica prossima l’impiego di Hrvoje Peric. Il lungo croato, che ha il mignolo della mano destra fratturato, non è salito sul pullman che ha portato i biancorossi a Brescia.
«È stato colpito dall’influenza e nonostante il tutore non c’erano certezze su come avrebbe affrontato la partita. Rimane a Trieste a lavorare con Bonetta anche lunedì. Speriamo di riaverlo domenica prossima contro Varese all’Allianz Dome ma prima dovremo vedere se con il tutore riesce a tirare bene comunque», è il punto di Eugenio Dalmasson.
Quello del coach dell’Alma diventa giocoforza un bollettino medico. «Fernandez sta recuperando dall’influenza ed è partito. In ogni caso nei 12 c’è anche Matteo Schina. Mosley e Wright avevano noie alle caviglie, Cavaliero e Cittadini febbricitanti hanno saltato allenamenti. Diciamo che abbiamo trascorso settimane migliori».
Trieste (palla a due alle 19.05) torna a Brescia dopo i play-off in A2 di tre anni fa. Anche se l’impianto è cambiato, dal PalaSan Filippo al PalaLeonessa, restano tanti ricordi. Sono cambiati anche i protagonisti: Fernandez e Cittadini ora sono in biancorosso. «Era una situazione diversa - precisa Dalmasson - Brescia era lanciata verso la promozione, noi ci affacciavamo a una esperienza nuova come i play-off. Si capiva già che Brescia aveva le carte in regola per affermarsi anche in serie A».
Si può ritenere l’avventura bresciana un modello anche per Trieste? «Per certi versi sì ma non dimentichiamo che Brescia ha un potenziale di risorse economiche decisamente superiore al territorio triestino».
Nel corso della settimana l’Alma ha curato in modo particolare la tenuta difensiva, dopo i 110 punti incassati contro Torino e alcuni passaggi a vuoto nelle ultime partite. «Abbiamo commesso anche errori di distrazione - puntualizza l’allenatore biancorosso - e dovremo sicuramente metterci maggiore attenzione. Vero, abbiamo accusato difficoltà anche perchè capita di trovarci di fronte formazioni superiori dal punto di vista fisico e atletico. Però non vorrei che ci fermassimo a guardare troppo il bicchiere mezzo vuoto. Abbiamo subìto tanto ma abbiamo anche segnato 115 punti e siamo il quarto attacco del campionato. Significa che sappiamo sfruttare le occasioni e abbiamo frecce al nostro arco. Ci guardiamo sempre indietro, a come giocavamo in serie A2. Era un’altra difesa ma anche un’altra squadra».
Trieste si trova di fronte una formazione in salute, in striscia positiva e che ha ritrovato a buoni livelli elementi come Luca Vitali frenati da problemi fisici nelle ultime settimane. La Germani ha talento (Cunnigham, Moss), atletismo (Abass), tiratori (l’ex Reyer Ceron) ed esperienza (Sacchetti, Zerini).
Squadra completa ma che all’andata Trieste seppe battere conquistando la prima vittoria in serie A. Una gioia attesa per 14 anni. —