TRIESTE . Poche ore per conoscere i compagni, percepire per la prima volta l’affetto dei tifosi alabardati e il gusto di indossare la maglia dell’Unione del Centenario. E trenta minuti per trovare il ritmo sul campo, contro la squadra del cuore. Un esordio certamente particolare per Giovanni Formiconi, terzino destro giunto dal Pordenone.
«Un esordio da ricordare, perché sono romano di sponda laziale».
Come ha visto i suoi nuovi compagni?
«La squadra l’ho vista bene, so che i ragazzi hanno lavorato molto in questi giorni e li ho trovati preparati, con idee. L’allenatore sta dando la propria impronta».
Formiconi, nel pieno della maturità calcistica, ha iniziato la preparazione con i ramarri.
«Io sono arrivato martedì sera quindi cercherò di mettermi alla pari con gli altri ragazzi il prima possibile. L’importante è lavorare, siamo ancora in fase di preparazione e già la partita di domenica sarà un bel confronto contro una squadra di pari categoria, più appetibile per noi».
Cosa l’ha convinta a sposare la causa giuliana?
«E’ facile sposare la causa della Triestina. Una piazza del genere nell’anno del centenario, fa gola. E’ uno sprone per le motivazioni. Ho lasciato Pordenone con un po’ di rammarico, perché ho passato un anno bello, ma hanno scelto il ritorno di Semenzato e in quel ruolo eravamo uno di troppo».
La sua condizione e le sensazioniprima dell’arrivo?
«In ritiro ad Arta grazie ad allenatore e staff è andata bene, non sono mai stato messo da parte, ero tranquillissimo. E’ normale fremere un po’ quando sei sul punto di partenza, ma non ho perso allenamenti e ho lavorato bene». —
Guido Roberti.