Cus Trieste, settant’anni d’impegno festeggiati con i suoi campioni
TRIESTE. Correva l'anno 1946. L'Italia stava provando faticosamente a scrollarsi di dosso le macerie del secondo conflitto mondiale, guardando al futuro con una rinnovata dose di ottimismo. A Trieste,...

TRIESTE. Correva l'anno 1946. L'Italia stava provando faticosamente a scrollarsi di dosso le macerie del secondo conflitto mondiale, guardando al futuro con una rinnovata dose di ottimismo. A Trieste, in contemporanea con la nascita a livello nazionale del Cusi, il Centro universitario sportivo italiano, prendeva vita il Cus Trieste.
Veniva finalmente portato a compimento quello che negli anni precedenti era diventato un vero e proprio chiodo fisso per Enzo Civelli, studente di Economia e commercio che, con una buona dose di ambizione, voleva far entrare lo sport all'interno del mondo accademico triestino. L'intuizione di Civelli venne anticipata solo da Alberto Pettinella, che costituì a Padova il primo Cus.
Da allora sono passati settant'anni. Il Cus Trieste è oggi una realtà sana che in questi sette decenni ha saputo mettere radici profonde, riuscendo spesso a fare da traino all'intero movimento sportivo universitario italiano. E per festeggiare questo importante traguardo si sono riuniti i protagonisti del Cus Trieste di ieri e di oggi. L'iniziativa, non a caso, si è svolta nella sala conferenze dell'ex Ospedale militare di via Fabio Severo, all'interno di quello che sta diventando una sorta di campus universitario sul modello americano.
«Lo stato di salute del Cus Trieste ora è decisamente buono». È Tiziano Agostini, docente di Psicologia e presidente da due anni del locale Cus, a tastare il polso di questa storica realtà del territorio: «Nella stagione 2015/2016 abbiamo superato la soglia dei 1200 tesserati - le sue parole -. Di questi circa 1100 svolgono attività promozionale, mentre oltre un centinaio sono dediti all'attività agonistica, su un corpo universitario di circa 18mila studenti». L'agonismo praticato dagli atleti contribuisce a dare lustro e visibilità all'ateneo, ma l'attività principale del Cus Trieste, come ribadito dal presidente, rimane quella di «promuovere l'attività sportiva a livello universitario».
Eppure è lo sport ai massimi livelli ad aver dato delle notevoli soddisfazioni al sodalizio gialloblu. A testimoniarlo, nel corso dei festeggiamenti, è stata la presenza di numerosi atleti che, oltre a essere iscritti all'Università di Trieste, hanno preso parte alle più importanti manifestazioni sportive a livello internazionale. Il rettore Maurizio Fermeglia ha poi da parte sua ribadito l'importanza dello spirito di squadra per affrontare la vita, nello sport, nello studio e nel lavoro. «Lo sport è portatore sano di valori - così il rettore - ed è evidente che si studia meglio se si pratica abitualmente una disciplina sportiva».
La festa per i settant'anni del Cus Trieste è stata anche l'occasione per consegnare targhe di riconoscimento alle autorità presenti e agli atleti che si sono distinti a livello internazionale, quali Federico Ustolin, Simone Martini, Lucia Mazzotti, Noemi Batki, Simone Ferrarese, Lorenzo Tedesco, Eleonora Denich, Anna Lisa Modesti e Nicla Mosetti. Due targhe speciali, poi, sono andate ai past president Romano Isler e Franco Caggianelli.
Luca Saviano
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