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Cessione del Milan, Berlusconi dubbioso

La decisione potrebbe venir rinviata al 20 giugno, dopo i ballottaggi

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(ansa)

MILANO. Piuttosto soddisfatto per l'esito del primo turno delle elezioni amministrative a Milano, nemmeno troppo scontento per come è andata a Roma, e decisamente titubante sulla cessione del Milan. Sono gli indici dell'umore di Silvio Berlusconi, come filtrato dal consueto pranzo del lunedì ad Arcore con i figli, i manager delle aziende e i dirigenti di Forza Italia, dedicato in minima parte all'andamento del negoziato con la cordata cinese pronta a rilevare il 70% del club.

I potenziali investitori contavano di arrivare a un accordo di massima propedeutico al contratto preliminare di compravendita entro il 15 giugno, quando è fissato (con una certa elasticità) il termine del periodo di trattativa in esclusiva iniziato il 10 maggio. Ma Berlusconi vuole sciogliere il nodo non prima del 20 giugno, quindi dopo i ballottaggi. L'umore è variabile sulla cessione del Milana. La conclusione dell'operazione non è considerata a rischio dalle parti, ma la decisione finale spetta proprio a Berlusconi, che pare molto più freddo rispetto a nemmeno una settimana fa.

Martedì scorso, una volta presa conoscenza dei nomi e di informazioni cruciali sui 7-8 componenti del consorzio cinese, si è convinto della serietà e della solidità finanziaria della cordata, chiedendo però un dettagliato piano degli investimenti previsti. Un modo per ottenere garanzie sulla qualità degli investimenti oppure, dicono i maliziosi, per prendere tempo. Qualche perplessità si è generata nella cordata rappresentata dagli advisor Sal Galatioto e Nicholas Gancikoff (in predicato di diventare ad nella nuova società), ma i cinesi sono forti del corposo term sheet di una trentina di pagine siglato con Fininvest il 10 maggio. Definita la nuova governance senza la struttura del doppio ad (Barbara Berlusconi avrà un posto nel cda e Adriano Galliani resterà responsabile della parte sportiva, al fianco di un allenatore con ampi poteri come Unai Emery), i cinesi stanno anche ultimando la due diligence sui conti del Milan. Resta da sottoporre a Berlusconi il piano industriale col dettaglio su come saranno investite le risorse nei prossimi anni.

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