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Berlusconi: «Per chiudere i cinesi devono investire»

La trattativa per la vendita del Milan non decolla. L’azionista vuole prima vedere il business plan dettagliato. Il presidente scioglierà i dubbi solo dopo le elezioni

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(ansa)

MILANO. È una sorta di business plan dettagliato quello che attende Silvio Berlusconi dalla cordata cinese per la prossima settimana, la penultima prima della chiusura della trattativa in esclusiva di un mese per la cessione del 70% del Milan. Nei giorni scorsi il consorzio ha delineato quanto intende spendere nei primi 2-3 anni, il periodo di transizione (prima dell'acquisto del 100%) in cui Berlusconi resterebbe presidente onorario e azionista di minoranza attraverso Fininvest. I numeri quadrano, secondo quanto filtra, ma l'ex premier pretende di sapere con una certa precisione come verranno ridistribuite le risorse tra mercato, stadio e sviluppo commerciale. Solo poi prenderà una decisione definitiva. I potenziali soci avrebbero voluto arrivare prima possibile al momento della verità, ma Berlusconi scioglierà il nodo dal 20 giugno in avanti, dopo i ballottaggi per le amministrative. «Siamo in negoziazione con un gruppo di fondi e società che vengono dalla Cina, due con fatturati di decine di miliardi e con una partecipazione dello Stato cinese - ha spiegato Berlusconi -. Non so se possiamo arrivare a concludere, non hanno ancora risposto circa il loro impegno» a fornire i finanziamenti annuali necessari per «riportare il Milan protagonista in Italia, Europa e nel mondo. La conclusione ci sarà solo se vorranno impegnarsi in questo senso». Il leader di Forza Italia ha ricordato che in passato ci sono stati «contatti e negoziazioni con una decina di gruppi. Ma quando si passava a considerare il futuro del Milan e mettevamo nero su bianco la necessità di fondi annuali per riportare la squadra protagonista, nessuno si è voluto impegnare e quindi abbiamo scartato altre ipotesi, anche di gruppi di Paesi che hanno il petrolio».

Non sopravviverà l'attuale struttura con due amministratori delegati con aree così distinte. Il ruolo di ad dovrebbe spettare a Nicholas Gancikoff, uno dei consulenti che rappresenta i cinesi assieme all'advisor Sal Galatioto. Adriano Galliani dovrebbe restare almeno nel periodo di transizione al fianco di un allenatore con ampio potere (i cinesi spingono per Unai Emery, tentato però anche dal Paris Saint Germain) e Barbara Berlusconi potrebbe trovare posto nel cda, la cui struttura rispecchierà i nuovi equilibri societari.

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