Martini d’argento alle Universiadi
Ottima prestazione del triestino dei Canottieri Padova nel singolo

GWANGJU. Il triestino Simone Martini vince la medaglia d'argento nel singolo alle Universiadi di Gwangju in Corea.
Si tinge ancora d'azzurro il bacino di Chung Yu nelle 28° Universiadi di Gwangju, con il canottaggio italiano che conquista complessivamente un bottino di 6 medaglie: una d'oro, due d'argento e tre di bronzo, posizionandosi al quarto posto nel medagliere dietro a Lituania, Giappone e Germania.
Una seconda giornata di finali che ha visto ancora la squadra italiana come una delle migliori su un campo coreano bagnato dalla pioggia e lievissimo vento che mitigava la calura dei giorni passati. Dopo le finali di consolazione del mattino, che vedevano il 6° posto di Eleonora Denich (Cmm N. Sauro) nella finale B, nel primo pomeriggio si aprivano le danze delle finali dal primo al sesto posto. Due i podi azzurri: il primo con il doppio pesi leggeri (Molteni- Mulas) che agguantava l'oro, ed il secondo con Martini (Canottieri Padova). Gara equilibrata a tre, con la Lituania che prova a partire forte e scappar via, ma l'azzurro rimane incollato alla barca avversaria. Nella seconda frazione di gara paga lo scotto il lituano di una partenza troppo rapida, Martini riesce a mettere la prua davanti, ma c'è l'Olanda che prova ad insediare la leadership azzurra, ma lo sculler triestino è attento a non perdere il controllo della situazione: nervi saldi e reagisce mantenendo il vantaggio.
Negli ultimi 500 metri c'è un fortissimo rientro della Lituania che attacca, Martini che risponde, viaggiano appaiati per altri 250 metri, ma sul traguardo passa per primo il lituano di soli 49 centesimi sull'azzurro che è medaglia d'argento. «Ho provato fino alla fine a stare davanti ma a mille metri ero già finito però sono andato avanti lo stesso e palata su palata ho martellato perché volevo stare sul podio. Non ho perso l’oro, ma ho vinto l’argento perché davvero me lo sono sudato, per questo ringrazio il mio allenatore Alberto Rigato (il tecnico della Sc Padova; ndr), che mi ha sempre incitato a lavorare e fare sempre meglio, Paolo Dinardo (ct della Nazionale universitaria) che mi ha sempre fatto sentire parte della squadra in ogni momento affidandomi il ruolo di capitano e poi Spartaco Barbo (tecnico del Saturnia società ospitante l'azzurro) che, ogni volta che tornavo a casa, mi è sempre stato vicino e dato i giusti consigli per arrivare fin qua. Sono soddisfatto e felice di aver vinto questa medaglia».
Maurizio Ustolin
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