Del Mestre, la sabbia è color argento
L’ex numero uno della Triestina è il portiere della Nazionale di beach soccer: «E adesso i Mondiali, spero tra le prime 4»

TRIESTE. Per due anni, nei recenti tornei di Eccellenza e serie D, è stato apprezzato portiere della Triestina, ma come noto, la disciplina nella quale Simone Del Mestre è davvero un big a livello nazionale è il beach soccer: il monfalconese, che compirà 32 anni ad agosto, è infatti portiere titolare della nazionale azzurra. Appena tornato da Baku con una prestigiosa medaglia d’argento alla prima edizione dei Giochi Olimpici Europei, Del Mestre è stato ospite al Crese Camp e ora è pronto per ripartire già domani per una nuova avventura, i Mondiali in Portogallo.
Del Mestre, che esperienza è stata quella di Baku?
Io ho già avuto la fortuna di giocare due Mondiali Fifa e venerdì partirò per il terzo, ma l’aria che si è respirata ai Giochi è qualcosa di diverso, davvero indescrivibile. Vivere il villaggio olimpico a stretto contatto con gli atleti di tutte le nazionalità, è stata davvero una grande esperienza.
Anche sul piano sportivo è andata bene.
Sì, è stata un’avventura vissuta intensamente, visto che sono arrivato a giocarmi la medaglia d’oro: ne siamo usciti a testa altissima con un argento che resterà nella storia. La manifestazione infatti era di altissimo livello, delle big mondiali mancava solo il Brasile.
C’è un po’ di rammarico per il mancato oro?
Chiaramente sì, quando arrivi lì hai fame di vincere. Abbiamo perso con la Russia due volte mondiale che nel girone eravamo riusciti a battere 6-4. Poi loro evidentemente hanno più nel Dna le partite importanti e in finale sono partiti in modo perfetto. Poi siamo tornati fuori alla grande e sul 2-3 siamo andati vicino al pari. Peccato, ma se penso che all’inizio avremmo firmato per il bronzo….
Che speranze ha ora l’Italia ai Mondiali?
Puntiamo ad arrivare tra le prime 4, cercando di migliorare i Mondiali di Ravenna e Dubai quando siamo usciti ai quarti: a livello fisico stiamo benissimo e anche se compagini come Brasile, Russia e Portogallo hanno qualche individualità tecnica più importante, noi abbiamo la forza del gruppo.
Sul fronte del calcio tradizionale, che stagione è stata?
Ho giocato con il Lumignacco, in Eccellenza, arrivando quinto. Con la soddisfazione che da quando sono arrivato siamo passati da 13 a 51 punti, tenendo un ruolino di marcia secondo solo all’Ufm.
E il futuro?
Non lo so, ovviamente mi piacerebbe giocare in D, anche se so quanto è difficile per la regola dei fuori quota. Tornerei anche a Trieste, ma sappiamo come stanno le cose in questo momento. Una situazione non facile, i tifosi hanno preso giustamente una posizione non da poco. Diciamo che ora non servono più le parole, ma i fatti concreti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori