Zanmarchi e Ufm accordo vicino pro Triestina
«Fatto il preliminare, mercoledì l’intesa e il progetto» Brugnolo: «Devo ancora avere l’ok dalle istituzioni»

TRIESTE. «Abbiamo raggiunto un accordo preliminare con l’Ufm per avviare un progetto quinquennale che porti la Triestina in serie B e faccia di Monfalcone il centro del vivaio della Venezia Giulia e della Bassa Friulana». Dopo giorni di abboccamenti con il presidente dell’Ufm Andrea Brugnolo ieri Giorgio Zanmarchi, che ha la procura di un gruppo veneto serio (le cui referenze sono nelle mani di Cosolini e che ha scelto De Falco come responsabile tecnico) con diramazioni internazionali che voleva acquistare l’Unione ma che ha ricevuto il niet da Pontrelli, è uscito allo scoperto. Il piano B del gruppo fa una passo in avanti o comunque subisce un’accelerazione. Ma cos’è il piano B? Visto che il presidente Marco Pontrelli legittimamente non vuole vendere ma i tifosi hanno tolto il marchio alla Unione Triestina 2012, Zanmarchi ha cercato un’altra società che militi in D e alla quale i tifosi possano conferire il marchio. Un colloquio due settimane fa, una lettera d’intenti e, negli ultimi giorni, una proposta scritta da parte del gruppo. Questa è la road map percorsa nelle settimane successive alla vittoria di Dro. Ma il percorso non è ancora concluso. Sembra in discesa, come è ovvio per i proponenti, è ancora in divenire, fatto altrettanto scontato, per chi (l’Ufm) deve far digerire alla sua gente un’operazione che sul piano sportivo fa torcere il naso. «Noi contiamo di invitare mercoledì prossimo a Trieste i tifosi per illustrare il progetto. Se i Club e la Furlan ci daranno l’ok e decideranno di assegnarci l’utilizzo del marchio andremo avanti per allestire una Triestina forte nel tempo ma soprattutto per costruire un solido settore giovanile (con base a Monfalcone ndr) in armonia con le società del territorio, con le istituzioni e con la tifoseria. Se non ci saranno intoppi, giovedì chiederemo un incontro al sindaco per avere la disponibilità del Rocco». Più prudente è il presidente dell’Ufm Brugnolo. «In questi giorni incontrerò l’amministrazione comunale - dice il presidente - e anche alcuni imprenditori che si erano avvicinati alla nostra realtà per sostenere il nostro settore giovanile. Proprio questo aspetto è il più interessante del progetto. Noi abbiamo i campi di gioco (anche se la concessione quadriennale del Comune scade a luglio ndr) e una struttura ben organizzata. Ma le risorse sono limitate. Raccogliere le forze su un territorio più vasto mi sembra l’unica soluzione per un futuro migliore. Se per ottenere questo obiettivo serve venire incontro alle esigenze di Trieste a livello di prima squadra credo sia un sacrificio che si può fare. Ma l’Ufm è un bene della nostra cittadina e quindi è una scelta che voglio condividere con la comunità. Potrei garantire oggi una D per cercare di salvarci ma è più lungimirante avere a Monfalcone tra quattro-cinque anni una D fatta con i ragazzi del nostro vivaio e quindi sostenibile anche sul piano finanziario. Ma voglio sottolineare come l’intesa con Zanmarchi, per quanto interessante, non è stata ancora siglata».
Insomma l’artificio di spogliare una cittadina della sua squadra per portarla a Trieste sarebbe compensato da un progetto su un vivaio allargato e qualificato che porterebbe benefici alla società professionistica ma che avrebbe anche una consistente valenza sociale per tutto il territorio. L’operazione, che sul piano dei valori sportivi non è elegante, sembra ben avviata ma dovrà fare i conti (e non potrebbe essere altrimenti) con un’opinione pubblica monfalconese che si farà sentire. L’eventuale nuova Triestina-Ufm (quella dei tifosi alabardati, che in questi giorni hanno dimostrato “guizzi” di suscettibilità) dovrà anche fare i conti con la Triestina2012 perché a oggi la srl di Pontrelli esiste, ha il titolo sportivo per fare la D e, secondo le parole del proprietario, ci sono le premesse per portarla in alto. Anche se nessuno dimentica che c’è una situazione finanziaria da sanare e servono risorse per programmare le stagioni future.
Le due entità si misureranno in un derby al Rocco? E i triestini (eccetto i tifosi organizzati che hanno già scelto) per chi tiferanno? E l’amministrazione comunale riuscirà a gestire uno stadio per due? Melius abundare quam deficere dicevano i saggi. Lo scenario, fino a tre mesi fa da fantascienza, potrebbe anche verificarsi. Invece di una squadra in Eccellenza Trieste potrebbe averne due con ambizioni in D. Tutti contenti dunque.
Tanto interesse per l’Unione (che tre anni fa non è stata rilevata dal fallimento in C2 per qualche centinaio di migliaia di euro) è un fatto tanto positivo quanto pericoloso se mal gestito. Aspettiamo i fatti.
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