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Piscopo: la stagione più dura ma vorrei restare all’Unione

Il capitano alabardato: «Il mio obiettivo è arrivare a 100 presenze con la Triestina Mi rimprovero le troppe espulsioni, probabilmente ho scontato la pressione»

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TRIESTE. Della Triestina uscita vincente da Dro, capitan Luca Piscopo era non solamente l’unico “sopravvissuto” dalla scorsa stagione, ma è anche il solo che ha vestito la maglia alabardata per tutti i tre anni che hanno visto l’Unione fra i Dilettanti, tra Eccellenza e serie D. Un’esperienza di quelle che restano, vivendo situazioni di tutti i tipi, dentro e fuori dal campo.

Piscopo, cosa ha provato domenica scorsa alla fine della partita di Dro?

Una grossa gioia: dopo un anno durissimo, nel quale ogni giorno succedeva qualcosa e c’era un problema, riuscire comunque a salvarsi è stata come una liberazione, un’emozione davvero grande. Sinceramente alla vigilia avevo dentro una precisa sensazione, insomma me la sentivo che sarebbe finita bene. Per questo ci ho creduto fino all’ultimo, anche se è ovvio che ci è girata anche bene.

Un mini bilancio delle tre stagioni? Questa è stata la più dura?

Ogni annata ha avuto le sue particolarità. Questa a maggior ragione: c’era una proprietà nuova con poca esperienza nel calcio, e di conseguenza qualche errore di gestione c’è stato. Inoltre la squadra era più debole delle passate stagioni, però abbiamo onorato l’impegno centrando la salvezza.

Resterebbe alla Triestina anche il prossimo anno?

Già in questi giorni ho ricevuto delle chiamate, ma devo dire che con un progetto serio sarei felicissimo di rimanere. Ho già detto quali sono i miei obiettivi: arrivare a 100 presenze con la Triestina e tornare nei professionisti con la maglia alabardata. Insomma, sarà dura liberarsi di me.

In tre anni avrà apprezzato la passione della tifoseria alabardata.

Da Dro sono tornato col pullman dei tifosi, assieme alle Mule Alabardate, a Godeas e a tanti altri. Se ai tifosi ha fatto piacere condividere con me questi momenti bellissimi, significa che qualcosa ho lasciato e penso di aver dimostrato, sia sul campo che fuori sul piano umano. E questo mi lega ancor di più a questi tifosi eccezionali.

C’è qualcosa che si rimprovera di questo suo periodo alabardato?

Forse quest’anno ho avuto qualche espulsione di troppo, dovuta anche al nervosismo, che andava gestito meglio. Probabilmente, essendo l’unico a essere rimasto della scorsa stagione, le problematiche le ho assorbite tutte da solo nella prima parte di torneo, anche perché i risultati non davano una mano. Forse ho accusato troppa responsabilità tutta sulle mie spalle e mi sono caricato di troppa pressione.

Cosa pensa che accadrà ora?

Premetto che le vicende politico-societarie non le conosco in modo preciso, quindi non lo so. Da quel che ho sentito, penso che Pontrelli voglia allestire una grande squadra, aiutato credo da Irneri: se questo accadrà e ci sarà una notevole possibilità economica, spero anche che si mettano delle persone esperte di calcio al posto giusto. Se invece arriveranno altre persone o un’altra proprietà, mi auguro ovviamente che venga a cambiare in meglio per la Triestina.

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