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TRIESTE. I due giocatori di maggior qualità della Triestina alla fine sono stati decisivi per la vittoria di Dro. Proia e Rocco, quando tutti boccheggiavano nei supplementari, hanno avuto l’istinto killer che contraddistingue i più bravi. Ma mentre il centrocampista laziale ha avuto una stagione di buona continuità il bomber, arrivato a dicembre con un avvio sprint per due mesi, si era perso. Undici gol segnati nelle prime dieci gare poi il buio. E la conseguenza è stata quella di vedere in campo una Triestina incapace di vincere. Normale un calo di forma anche per un ragazzo che vale più della serie D, che ha sempre segnato in carriera caterve di gol e che soprattutto è venuto a Trieste perché si sente legato alla maglia alabardata. Ma il periodo-no durante la gestione pre-allontanamento di Ferazzoli è diventato buio con l’arrivo di Gagliardi. «Deve imparare i movimenti da attaccante» diceva il tecnico calabrese.

Nelle ultime due partite decisive, senza Gagliardi in panca, Daniele ha segnato quattro gol. Non può essere un caso. Pontrelli, dopo aver commesso un grave errore a chiamare Gagliardi, ha saputo in extremis ravvedersi riportando Ferazzoli, ricucendo con la punta e forse anche giocandosi la carta “stravagante” del maxi-ritiro a Marina di Ravenna.

Sono dettagli non irrilevanti ma il fatto più importante è che le intuizioni e i colpi di Rocco hanno condotto per mano la Triestina alla salvezza. Il monfalconese è un ragazzo senza fronzoli, vede la porta e uno così a Trieste, anche per l’attaccamento, non si vedeva dai tempi del giovane Godeas. Guai a farselo sfuggire.(ci.es.)

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