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GORIZIA. Ad ascoltare la prudenza dell'entourage biancoazzurro della Pro Gorizia, alla vigilia del derby casalingo contro il Moraro che poteva valere la certezza matematica del titolo, veniva da pensare alla pretattica, alla scaramanzia. Invece no. Chi segue da vicino, quotidianamente, il gruppo della prima squadra evidentemente sapeva, e sa, che le energie fisiche e mentali rimaste, dopo una stagione a mille, sono poche. Così non deve sorprendere che la capolista abbia sofferto tremendamente contro un ottimo Moraro, e non sia riuscita ad andare oltre l'1-1 vedendosi accorciare il vantaggio sullo Zarja a 5 punti. Che, a due giornate dalla fine e con il vantaggio negli scontri diretti, restano tanti: basterà un pari e sarà Prima. Quel punto però probabilmente la Pro Gorizia se lo dovrà sudare, come contro il Moraro, trovando forze nascoste nel carattere della squadra. Quel carattere che pur tra mille difficoltà è valso l'1-1 di Becirevic su rigore all'ultima azione. «Questo è stato l'aspetto positivo di una domenica disgraziata - dice il presidente della Pro Gorizia Paolo Bressan - Pur magari in modo non sempre lucido ci abbiamo provato e creduto fino alla fine, giocando in 10 per un'ora e addirittura in 9 negli ultimi venti minuti, quando a cambi esauriti Giannotta è rimasto in campo pur non riuscendo quasi a camminare. L'impegno ed il carattere non sono mancati». E' mancata la lucidità dei giorni buoni, dettata dalla grande stanchezza fisica e mentale del gruppo. «Siamo un po' stanchi e anche un po' sfortunati - continua Bressan - e penso alla traversa di Plazzi o all'espulsione di Dapas che ci ha pesantemente condizionati. Al ragazzo magari è sfuggita una parola di troppo, ma penso che il regolamento sia stato applicato con troppa rigidità».

Ora lo sguardo della Pro è già proiettato alla prossima decisiva uscita. «Ci sarà da soffrire ancora - dice Bressan - Ci serve un punto per la certezza del titolo, e vogliamo conquistarlo domenica». (m.b.)

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