Quando Re Carlo da bambino manovrò le marionette di Podrecca: la storia sul PiccoloLibri
Carlo andò ad assistere allo spettacolo e fu ammesso nel backstage per scoprire il - segretissimo per i comuni mortali - funzionamento delle marionette.
Arianna Boria
TRIESTE Il futuro re Carlo III d’Inghilterra a dodici anni ebbe un privilegio concesso solo ai reali: manovrare le marionette di Podrecca. Negli anni ’60 i Piccoli erano protagonisti di una gloriosa tournée sul suolo britannico. Carlo, con sua sorella, la principessa Anna, andò ad assistere allo spettacolo e poi fu ammesso nel backstage per ammirare da vicino le marionette e scoprire il loro - segretissimo per tutti i comuni mortali - funzionamento.
Questa gustosa “effemeride”, con la firma di Erica Orsini, apre lo sfoglio del Piccololibri in edicola sabato 11 marzo con il nostro quotidiano, all’interno del supplemento Tuttolibri della Stampa. Londra fu una delle tappe fondamentali nella straordinaria carriera dei Piccoli. Debuttarono, infatti, il 12 aprile 1923 al New Scala Theatre con uno spettacolo che rimase in cartellone per tre mesi.
Nella settimana in cui si celebra l’8 marzo, il Piccololibri rende omaggio a tre figure femminili diversissime tra loro. Franca Marri ci invita a riscoprire la pittrice monfalconese Marianna Pascoli, allieva del Canova, di cui il Fondo dello scultore nella Biblioteca Civica di Bassano conserva venticinque lettere scritte tra il 1819 e il 1822. Donna moderna e indipendente, Marianna conobbe Canova a Roma, all’epoca all’apice del successo. Fu solo questo il rapporto con la giovane donna, una relazione tra maestro e discepola?
Incontri eccezionali hanno segnato anche la vita della triestina Ornella Vasio (1927-2020), giornalista, saggista e musicologa, che a Parigi, insieme al marito Pablo Volta, conobbe e frequentò alcuni mostri sacri delle avanguardie del ’900, tra cui Tristan Tzara. Nel ritratto di Paolo Marcolin scopriamo però che la sua specialità fu tutt’altra, ovvero la vampirologia, su cui scrisse un’antologia di ottocento pagine per Feltrinelli. La prefazione la firmò il regista Roger Vadim, che aveva appena finito di girare “Il sangue e la rosa” su un’emula di Dracula.
Infine, Anita Berber (1899-1928), spregiudicata e ammaliante danzatrice berlinese. Con le sue esibizioni praticamente nuda, poi come diva del cinema muto, scandalizzò e conquistò le platee di tutto il mondo. Elsa Nemec ne ripercorre la breve vita, segnata da dipendenze e stravizi, che incrociò Trieste quando era ormai volta irrimediabilmente alla fine.
Lo sfoglio si chiude con un approfondimento sulla mostra dei fotografi africani al Magazzino delle Idee, firmato da Claudio Ernè, e con la cartolina che il poeta argentino Carlos Penelas dedica a Trieste, affidata a Francesca Schillaci.
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