Sul Piccololibri la storia dell’uscita di Marco Cavallo avvenuta cinquant’anni fa
Fabio Dorigo
TRIESTE «“Mamma, mamma cos’è?” chiede una bambina che dal marciapiede di via Giulia guarda stupita il cavallo di cartapesta trascinato tra le automobili. “No so, forsi xe Carneval” risponde la mamma e tira dritto. No, non è Carnevale, è Marco Cavallo che si presenta ai cittadini di Trieste dopo essere cresciuto all’interno del reparto dell’Ospedale psichiatrico di San Giovanni». Era il 25 febbraio 1973. Claudio Ernè, nella doppia veste di cronista e fotografo, racconta l’episodio di 50 anni fa nell’effemeride della copertina del Piccololibri, che esce sabato 25 febbraio all’interno del fascicolo Tuttolibri della Stampa. La prima uscita dal manicomio del cavallo azzurro di cartapesta resta nella storia: da allora iniziò un viaggio intorno al mondo che non è ancora terminato.
In “Note scordate”, la musicologa Rossana Paliaga racconta invece l’allegra figura del padre dell’operetta viennese nato a Spalato che amava le osterie di Trieste. «”Qua semo na famegia/ che no ghe diol la testa/ nisun ne rompi i timpani/ qua semo sempre in festa”» recita l’inno “Salve, o Colombo”, scritto da Franz von Suppè per l’allegra brigata di artisti che a fine Ottocento si ritrovava nell’Osteria al Pappagallo in via dei Capitelli a Trieste».
Nell'agosto del 1875, sulla via del ritorno a Londra da un viaggio in India, l’ammiraglio irlandese James Creagh (1836-1910), capitano dei First Royals Scots, si fermò a Trieste. Lo racconta Elsa Nemec nella pagina “Interlinee”. Desiderava incontrare lo scontroso capitano Sir Richard Francis Burton, che era arrivato nel porto asburgico da Damasco nel 1872. Nel “Giradischi” di questa settimana finisce il famoso trio Pakai che si fece in quattro per portare in giro per il mondo la musica della Carnia. Un libro di Alessio Screm racconta l’epopea di questa formazione mitica. Alex Pessotto, per la rubrica “Saranno famosi”, racconta l’esplosione musicale di Tish, la giovane cantante serba e goriziana d’adozione.
Completa il Piccololibri l’album centrale sull’omaggio a Boris Podrecca del MUseo di Arti Applicate di Belgrado. Una mostra che rappresenta una specie di ritorno a casa per l’architetto nato nella capitale serba con trascorsi tra Vienna, Lubiana e Trieste. —
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