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Elezioni Regionali Friuli Venezia Giulia 2023

La ministra Bernini visita l’ateneo di Trieste e lancia il centrodestra: «Fvg un test importante»

Dal voto imminente agli obiettivi a lungo termine del governo: «Un ecosistema fra accademia, ricerca e mondo produttivo»

Giulia Basso
2 minuti di lettura
Bernini firma il libro d’onore d’ateneo davanti a Di Lenarda. A. Lasorte 

TRIESTE «Il Fvg è una regione strategica, una porta sui Balcani, un luogo di scienza, applicazione, alta formazione. Perciò questo voto sarà molto importante anche a livello nazionale e vedrà il centrodestra unito e vincente». Così si è espressa ieri la ministra Anna Maria Bernini a margine della visita all’Università di Trieste, dove è stata accolta dal rettore Roberto Di Lenarda e ha apposto la propria firma sul libro d’onore d’ateneo. Interpellata dai giornalisti sull’imminente appuntamento elettorale e sulla prospettive di Forza Italia, la ministra ha dichiarato infatti di attendersi «ottimi risultati, perché tutta la nostra classe dirigente ha lavorato molto bene: le nostre sono liste di qualità».

La ministra Bernini a Trieste: "Verità per Giulio Regeni e giustizia per Zaki"

Temi elettorali a parte, sul fronte dell’università e della ricerca, per Bernini «la Regione sta lavorando molto bene, e si stanno creando delle ottime sinergie tra l’accademia, lo stesso mondo della ricerca e il mondo dell’impresa. Abbiamo i fondi e abbiamo le possibilità: dobbiamo creare un ecosistema della crescita che unisca tutti i protagonisti del mondo produttivo italiano. Non solo Pmi e manifatturiero, ma anche i nuovi comparti che stanno crescendo e stanno facendo grande l’Italia nel mondo».

Per raggiungere però un simile risultato, ha evidenziato la ministra, «è necessario prima di tutto valorizzare il lavoro dei ricercatori: per questo si sta lavorando su un pacchetto “attrattività”». E «bisogna consentire alle università di orizzontalizzare i percorsi formativi, quindi di renderli più flessibili». Per quanto riguarda in particolare Medicina e Chirurgia, Bernini ha annunciato l’intenzione di aprire fino al 30% di posti in più, «dopo un ragionamento condiviso sulle esigenze di una popolazione sempre più anziana». Contestualmente andranno aperte anche le scuole di specializzazione, «per non creare colli di bottiglia».

La ministra ha ricordato poi il decreto recentemente firmato per 18.770 borse di dottorato, con una quota importante di borse per i dottorati innovativi con le imprese: «L’obiettivo è quello di creare posti di lavoro al di fuori dell’accademia, dando vita a una filiera produttiva che sappia sfruttare al meglio queste professionalità e dare una stabilità alle infrastrutture di ricerca che stanno nascendo grazie al Pnrr».

Quanto proprio all’impiego dei fondi Pnrr, per Bernini nel suo settore di competenza «sta andando discretamente bene: una ventina di giorni fa abbiamo raggiunto un target con la creazione di 7.500 nuovi posti letto per studenti». Ma gli obiettivi incalzano: entro il 2026 ne vanno creati 60 mila. E a chi le ha chiesto se il governo aiuterà la famiglia Regeni nella sua richiesta di verità e giustizia, Bernini ha risposto che sì, «il governo vuole fare proprio questo» e che, nel corso della missione in Egitto cui ha preso parte insieme a Tajani, la richiesta del vicepremier ad Al Sisi è stata, in sintesi, «verità per Regeni e giustizia per Zaki

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