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Elezioni Regionali Friuli Venezia Giulia 2023

Elezioni regionali del 2-3 aprile in Friuli Venezia Giulia: ecco com’è fatta la scheda elettorale

La competizione fra partiti e candidati consiglieri per accaparrarsi voto e preferenza unica scomoda anche i sindaci

Pietro Comelli
Aggiornato alle 2 minuti di lettura

La scheda elettorale di Trieste:

Ecco come si presenterà domenica 2 e lunedì 3 aprile agli aventi diritto al voto della circoscrizione di Trieste, una volta aperta nella cabina, la scheda elettorale per esprimere le proprie preferenze per il rinnovo del Consiglio regionale e del governatore del Fvg. Quattro i candidati alla presidenza della Regione e 13 le liste in corsa: accanto ai simboli è possibile scrivere il nome di un candidato consigliere. 

La scheda elettorale di Gorizia

La scheda delle elezioni regionali del 2 e 3 aprile è molto chiara: il nome del candidato presidente (con il simbolo di coalizione che è un di più “estetico”) e, accanto, i partiti veri (il logo che cade accanto al nome del presidente per motivi inconsci spesso fa maturare un vantaggio) che lo sostengono. Si può votare un presidente, un partito e un candidato consigliere regionale (uno solo, non c’è la doppia preferenza di genere come per le comunali, pena l’annullamento del secondo nominativo). Quella scheda di colore azzurro nasconde delle curiosità. Nel centrodestra solo un partito, Fratelli d’Italia, non mette nel simbolo il nome Fedriga, puntando su appartenenza e Meloni per fare man bassa. Nel centrosinistra solo un partito ospita il nome Moretuzzo, il suo, il Patto per l’autonomia. Eloquente in entrambi i casi. Gli outsider di Insieme e del Terzo polo lasciano i nomi Tripoli e Maran nei loghi “inutili” del presidente. Questione di scelte.

Se la scheda è chiara non si può dire altrettanto per gli appoggi ai partiti e ai singoli candidati. Ci sono sindaci sbandierati come trofei. E ci sono sindaci che lavorano dietro le quinte senza esporsi in maniera esplicita. Mai come questa volta i primi cittadini sono chiamati a recitare un ruolo importante in una strana campagna elettorale, fatta di duelli nelle stesse coalizioni. L’emblema nel centrosinistra è rappresentato da Marco Vittori, da Sagrado, sbandierato come un’icona da Enrico Bullian da Turriaco. «Sta con noi», eccolo all’appuntamento di qua e di là con il Patto. Poi si scopre che alle ex Stalle Rosse di Staranzano, dov’è iniziata la campagna elettorale di Diego Moretti, uscente del Pd, c’era pure lui, Vittori, accompagnato dall’assessore Visintin, assieme al sindaco “padrone di casa” Riccardo Marchesan (con Pizzolato) e a Mauro Benvenuto (con Papais), Claudio Fratta e Linda Tomasinsig al governo di Ronchi, San Canzian e Gradisca. Rispetto alla ricerca di alleati di Bullian, il dem Fabio Vižintin da Doberdò tenta il voto sloveno e fa tremare la Slovenska Skupnost che, apparentata con il Pd, per avere il “seggio garantito” deve ottenere l’1% in regione (non c’è più la bandiera dello scrittore Boris Pahor votato anche da italiani).

E nel centrodestra? Detto che Anna Cisint da Monfalcone appoggia un po’ Sebastiano Callari un po’ Antonio Calligaris della Lega, in aperta concorrenza con la Lista Fedriga, in quest’ultima il capolista eletto leghista e convertito alla “civica” Diego Bernardis è nel mirino dei suoi. Mica solo dei leghisti. Il sindaco di Cormons, Roberto Felcaro, lavora ad esempio nell’ombra sul Collio per Bernardis ma è il referente di Progetto Fvg che propone Suzana Kulier. Dicono che lei non l’abbia presa bene come del resto Antonio De Benedittis. —

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