Sonno agitato, perdita della capacità di distinguere gli odori e stipsi. Cosa hanno in comune questi disturbi così diversi tra loro? In specifiche condizioni, possono giocare un ruolo importante nell'intercettare precocemente il Parkinson, la seconda patologia degenerativa più comune (dopo l'Alzheimer) e quella a maggior crescita tra tutte le malattie neurologiche (6 milioni di persone colpite in tutto il mondo, di cui circa 400.000 solo in Italia).
"Se presenta tutti e tre sintomi, soprattutto se non se ne è mai sofferto prima, la probabilità di ammalarsi di Parkinson può essere molto alta, simile a quella di sviluppare un tumore al polmone per i fumatori di sigaretta", sottolinea dal 9° congresso della Società italiana Parkinson e Disordini del Movimento/LIMPE-DISMOV ETS a Padova, Angelo Antonini, responsabile del Centro Studi per la Neurodegenerazione (CESNE) dell'Università di Padova e dell'Unità per la malattia di Parkinson e per i disturbi del Movimento dell'Azienda Ospedale Università di Padova.

La malattia di Parkinson
La malattia di Parkinson si manifesta in genere sopra i 65 anni ed è caratterizzata da una drastica diminuzione nel cervello della dopamina, un neurotrasmettitore essenziale per il controllo dei movimenti. Dal midollo al cervello, poi, cominciano a comparire accumuli di alfa-sinucleina, una proteina che aiuta le cellule nervose a comunicare. Se quest'ultima non funziona più correttamente, tende a formare degli aggregati che possono accumularsi oltre che nel cervello anche in altri tessuti, determinando la morte delle cellule nervose. "Abbiamo trovato questi aggregati patologici anche nello stomaco e nel bulbo duodenale di pazienti all'esordio dei sintomi motori causati dalla malattia. Probabilmente si trovavano lì da molto tempo", dice a Salute Antonini ".

Gli indicatori S.O.S.
Oggi - sottolinea l'esperto - attraverso gli indicatori S.O.S. (acronimo di Sonno-Olfatto-Stipsi) e gli strumenti a disposizione, è possibile identificare i sintomi della malattia in modo facile e anche 10-15 anni prima dell'esordio dei disturbi motori come tremore, rigidità e rallentamento motorio diventino clinicamente evidenti: "Dunque, perché non cominciare a strutturare strategie di prevenzione significative anche su questa patologia? Per questo stiamo lanciando la campagna 'Prevenire il Parkinson si può'".

Tra questi, il disturbo del sonno è un sintomo altamente predittivo. Tanto che, anche se si manifesta da solo, cioè senza i disturbi all'olfatto e della stipsi, è già di per sé un campanello d'allarme. "Proprio di recente, è stato documentato che le persone con sonni molto agitati, cioè con bruschi movimenti di braccia e gambe, e che parlano in modo animato durante la fase REM, hanno una maggiore probabilità di aver sviluppato Parkinson o malattie affini nell'arco di 10- 20 anni - continua l'esperto -. Anche la perdita della capacità di distinguere gli odori può comparire 10 - 15 anni prima dei disturbi motori e, di solito, chi manifesta questo sintomo sviluppa anche la stipsi. Quest'ultima è un disturbo molto comune ma, se associato agli altri due o almeno a uno dei due e se compare intorno ai 40-50 anni in persone che avevano una normale funzione intestinale, può predire il rischio di Parkinson in maniera piuttosto precisa".
Dunque, quando è il caso di preoccuparsi? "Se questi disturbi compaiono in modo significativo appunto tra i 40 e i 55 anni potrebbe voler dire che c'è un processo patologico in corso - conclude Antonini - E per poterlo accertare, si possono effettuare esami di laboratorio molto semplici, come il prelievo ematico e un miniprelievo della cute, fino alla gastroscopia".