Due casi in pochi giorni: ipotermia. Ovvero quando la temperatura corporea scende così tanto da diventare un fattore di rischio per l'organismo. Che lancia l'allarme come può: pallore estremo, mani e piedi freddi, labbra viola, per cominciare. Se l'allarme viene ignorato, i sitnomi peggiorano, fino ad arrivare anche alla morte. Certo, fa impressione che tutto ciò capiti in posti chiusi, ancora più grave che succede nelle aule di istituti scolastici. Anche perché - premette Giorgio Sesti, presidente della Simi, la Società italiana di Medicina interna - i casi di ipotermia sono legati a situazioni estreme, perché normalmente al chiuso la temperatura difficilmente scende così tanto da provocare ipotermia, a meno che non si stia immobili per ore.
Professore, partiamo dalla definizione di ipotermia: che cosa indica esattamente?
"Partiamo dal nostro organismo, che ha un sistema cutaneo e sottocutaneo di produzione di energia che serve ai nostri processi bochimici, alla base della vita. Questi processi si svolgono intorno ai 36-37 gradi. Se la temperatura corporea si abbassa questi processi ne soffrono".
Quali sono questi processi biochimici?
"Tutti quelli legati al metabolismo, tutti quei processi che servono a trasformare gli zuccheri, i grassi e le proteine in energia. Quindi la respirazione, il movimento, la contrazione muscolare, e quindi anche il cuore. Se la temperatura corporea si abbassa troppo questi meccanismi si danneggiano".
Ci sono persone più a rischio?
"Ovviamente chi vive in strada e dorme al freddo, ma anche chi sta immobile a lungo in ambienti freddi, anche se il caso degli studenti di Palermo sembra davvero strano, a meno che non avessero anche le finestre aperte. In questi casi basta muoversi al cambio d'ora, fare un po' di stretchin magari".
Quali sono i segnali di allarme?
"I brividi, che sono movimenti involontari di difesa con cui l'organismo cerca di produrre calore. Le labbra viola, poiché c'è una vasocostrizione di tutto l'apparato periferico. Il pallore al volto, le dita bianche, come quando si fa un lungo bagno fuori stagione in acqua fredda: c'è una vasocostrizione dei vasi perifierici e dei tessuti".
Ma il colore viola è legato quindi alla vasocostrizione?
"Si diventa violacei perché c'è una maggiore estrazione di ossigeno: quando l'emoglobima cede ossigeno si diventa blu, cominciando dalle mucose, non solo le labbra ma dentro la bocca, la lingua, anche gli occhi. Mentre la pelle diventa bianca".
Che cosa succede se non si interviene a questo stadio?
"Si ha una alterazione del pensiero, la capacità di giudizio comincia ad essere più rallentata fino ad essere compromessa. Tanto per capirci non si è più in grado di capire che bisogna spostarsi dal luogo freddo per mettersi al riparo. La soglia di allarme è 35 gradi: sotto quella temperatura i tempi di reazione e i i processi cerebrali diventano sempre più lenti, c'è il rischio di cadere o vagare, in stato confusionale. Poi la frequenza cardiaca aumenta, il respiro diventa affannoso. A lungo andare c'è la perdita totale di coscienza, uno stato soporoso, fino alla morte".
Qual è l'intervento più efficace ai primi segnali?
"L'intervento essenziale è creare calore, mantenendo asciutta la pelle: se ci sono abiti umidi o bagnati vanno cambiati come prima cosa. E poi aumentare la temperatura corporea con coperte termiche, accendendo un fuoco, bevendo liquidi zuccherati tiepidi. Ma soprattutto ripararsi da vento e acqua".
Si deve mangiare qualcosa o meglio di no?
"Servono alimenti energetici, quindi in questo caso evviva gli zuccheri. O bevande, come té zuccherati a temperatura ambiente o tiepida. E rigorosamente niente alcolici, perché danno vasodilatazione e fanno al contrario disperdere calore".
Quali indumenti far indossare a chi è in ipotermia?
"Più strati, quelli vicino alla pelle asciutti abbiamo detto. Vanno bene gli indumenti tecnici, traspiranti, come quelli che si usano per fare sport. O di lana. E soprattutto stare al riparo. Non servono farmaci, solo rimedi fisici".
Ci sono persone più a rischio?
"Certo, giovanissimi e anziani. Nei primi perché il sistema di regolazione della temperatura non è ancora maturo e pienamente efficiente perché si sta ancora sviluppando. Nei secondi perché è compromesso. Se in una residenza per anziani non si tenesse una temperatura adeguata sarebbe una strage".