Alzheimer e Parkinson, due malattie neurodegenerative ancora in cerca di terapia. Novità arrivano dal fronte della possibilità di dagnosi precoce. È stato messo a punto un nuovo sistema di diagnosi grazie ad uno studio condotto dall'Istituto Superiore di Sanità, IRCCS San Raffaele Roma e il CNR-Istituto di Farmacologia Traslazionale. Un metodo a basso costo e poco invasivo.

Lo studio, pubblicato sull'International Journal of Molecular Sciences, rappresenta uno sviluppo della tecnologia di riprogrammazione genetica proposta dal premio Nobel Shin'ya Yamanaka di Kyoto per la generazione di cellule staminali riprogrammate (iPs), ovvero 'ringiovanite' artificialmente e riportate a uno stadio di simil-staminali. Questa volta però le cellule non ringiovaniscono, ma si trasformano. Non solo. Questo protocollo evita il ringiovanimento dei fibroblasti e, quindi, la perdita delle caratteristiche epigenetiche acquisite con l'età. Ecco perché può essere da subito utilizzato in studi pilota per la diagnosi di malattie neurodegenerative.

Lo studio si è avvalso inoltre della collaborazione con la ShanghaiTech University di Shanghai grazie ad un progetto finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dall'ISS. "I neuroni chimicamente indotti - spiega Mollinari - possono essere generati da cellule somatiche del paziente e rappresentano un modello in vitro, riproducibile in un tempo relativamente breve, per lo studio di meccanismi patogenetici delle malattie neurologiche". "Inoltre, il modello è perfetto per testare strategie terapeutiche e studi di medicina personalizzata", concludono Fini e Garaci.