
Una buona notizia?
Il cancro della prostata è il tumore maschile più frequente nei paesi occidentali dove rappresenta il 20% di tutti i tumori diagnosticati dopo i 50 anni. In Italia si contano circa 35mila nuove diagnosi di carcinoma prostatico l’anno. Si tratta di una malattia dai molti fattori di rischio: c’è l’età (l’incidenza aumenta all’aumentare degli anni), l’origine etnica e gli ormoni (elevati livelli di testosterone e Igf1 predispongono alla malattia) e anche lo stile di vita. Tuttavia ad oggi non è stata individuata alcuna relazione tra incidenza o progressione e consumo di alcolici. Il risultato di questo nuovo studio potrebbe rappresentare quindi una buona notizia, almeno per i bevitori moderati. E comunque una novità.LEGGI - Prostata, vescica, rene e testicolo: 6 italiani su 10 non conoscono la prevenzione
Un dato da valutare
“Lo studio non dimostra un’associazione tra alcol e rischio di progressione del tumore della prostata”, spiega Silvia Franceschi, epidemiologa e direttore scientifico del Centro di riferimento oncologico di Aviano: “Mi ha stupito che gli autori si siano concentrati su un unico dato che sembra indicare la presenza di un seppure minimo effetto protettivo dell’alcol: e cioè che il consumo di 3-7 bicchieri di vino rosso a settimana riducano il rischio relativo di morte nei pazienti ammalati. Questo dato infatti – ragiona l’esperta – è l’unico di una lunga serie di altri risultati che invece non suggeriscono alcun rapporto tra alcol e cancro della prostata”. In altre parole, potrebbe trattasi di un caso? “Questo piccolo accenno di protezione potrebbe essere un gioco del caso, sì – riflette Franceschi: “È decisamente difficile che il consumo di 1-3 bicchieri di vino a settimana o di più di 7, come si legge nelle tabelle pubblicate, non abbia un impatto sulla progressione della malattia, mentre esattamente 3-7 bicchieri riducano anche se di poco il rischio di morirne. Neanche per una medicina si trova facilmente un effetto dose-effetto così preciso”. Quindi lo studio conferma in realtà che il tumore della prostata è una delle forme di cancro non associate, ad oggi, al consumo di alcolici, né in positivo né in negativo. È così? “Esattamente – riprende l’esperta – e probabilmente questa nuova pubblicazione arriva in risposta a studi più raffinati (che abbinano i questionari alla genetica dei pazienti) che avevano confermato in effetti la mancanza di associazione tra alcol e carcinoma prostatico, ma avevano anche ipotizzato che il consumo di alcolici potesse peggiorare la prognosi dei pazienti”.LEGGI - Cancro, una bottiglia di vino “fa male” come 10 sigarette
L’alcol e gli altri tumori
L’associazione c’è invece tra alcol e carcinoma del cavo orale, dell’orofaringe, della laringe, dell’esofago, del colon retto, del fegato e della mammella. “È bene ricordarlo, perché si tratta di un nesso ben documentato. Proprio a questo proposito – riprende e conclude l’esperta – importanti articoli recenti hanno ulteriormente abbassato la soglia di nocività dell’alcol. Lo studio, pubblicato su Lancet nel 2018 e condotto su circa 600mila bevitori, ha concluso che la soglia all’interno della quale non c’è un aumento di rischio per tutte le malattie è di 100 grammi per settimana, che vuol dire meno di due bicchieri al giorno”.LEGGI - L'alcol aumenta il rischio per almeno sette tipi di tumore
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