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Psoriasi, arriva 'l'interruttore dell'infiammazione'

Una malattia infiammatoria cronica della pelle colpisce 3 milione di italiani. Un farmaco per le forme più gravi

3 minuti di lettura
SONO circa tre milioni gli italiani che soffrono di psoriasi, una malattia infiammatoria cronica della pelle dalla quale non si guarisce. Esistono diverse forme più o meno gravi. È una patologia dall’impatto psicologico e sociale sottovalutato: la pelle con chiazze rossastre, spesso ricoperte di squame, infatti, provocano non solo prurito, ma anche imbarazzo. Ora in Italia è disponibile un nuovo farmaco per il trattamento della patologia nella forma 'da moderata a grave', con un'azione più rapida all'inizio della terapia, oltre che più consistente e duratura rispetto agli altri farmaci finora attivi. È guselkumab, trattamento biologico inibitore dell'Interleukina 23 (IL-23), una specie di 'interruttore generale dell'infiammazione'.

"L'IL-23 - spiega Antonio Costanzo, responsabile della Dermatologia all'Istituto Humanitas di Milano - è una proteina del sistema immunitario, stimolatrice della produzione di altre interleukine", come la IL-17, responsabile più diretta delle placche psorisiache. Guselkumab quindi, inibendo IL-23, inibisce a cascata altri regolatori dell'infiammazione.

• IL FARMACO
Il farmaco ha dimostrato già dopo 2 mesi di trattamento un miglioramento pari o maggiore del 90% nel 40% dei pazienti; dopo 4 mesi la stessa percentuale di miglioramento ha raggiunto il 73,3% dei pazienti. Miglioramento che viene misurato con l'indice Pasi che combina l'estensione delle lesioni (in base alla percentuale di superficie corporea interessata) e la loro gravità con altri segni clinici. "Queste elevate percentuali di risposta clinica - sottolinea Costanzo - si sono mantenute anche dopo tre anni nell'82,8% dei pazienti. Ma si è visto che, anche interrompendo la cura, la sua efficacia si mantiene a lungo: la psoriasi torna, ma molto lentamente". Il farmaco è somministrato con iniezione sottocute all'inizio della cura, una seconda iniezione dopo 4 settimane e poi con una iniezione ogni due mesi come terapia di mantenimento.

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• PSORIASI E ARTRITE PSORIASICA
La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle e degli annessi (unghie e follicolo pilifero). Circa il 30% dei pazienti psoriasici può sviluppare nel tempo un’artrite psoriasica: l’infiammazione interessa le piccole articolazioni delle mani e dei piedi o le grandi articolazioni (gomiti, ginocchia e caviglie), ma anche altre sedi come la colonna causando un mal di schiena che peggiora con il riposo. Per questo, dermatologo e remautologo devono lavorare insieme e la diagnosi precoce riveste un ruolo fondamentale. Nel 75% dei casi, infatti, l’artrite psoriasica segue la psoriasi e dunque il suo biomarcatore è proprio la psoriasi, mentre gli esami di laboratorio sono quasi sempre normali. La diagnosi di artrite psoriasica tarda, in media, 7 anni, mentre nel caso della psoriasi arriva dopo circa 4 anni.

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La psoriasi compromette la qualità di vita dei pazienti e, nella gestione della patologia, non vanno sottovalutati l’entità del dolore e le limitazioni nei movimenti. “Inoltre - informa Costanzo - a tutto questo si devono aggiungere problemi di natura psicologica. Dalla psoriasi non si guarisce - sottolinea l’esperto - ma gli enormi sviluppi della ricerca in questo specifico settore oggi ci consentono di tenere sotto controllo la quasi totalità delle manifestazioni cliniche della malattia. I pazienti devono affidarsi alle competenze degli specialisti, diffidando di chi propone cure facili e risolutive. Se tenuta sotto controllo, possiamo fare molto perché la patologia non crei particolari problemi alla vita di relazione di quanti ne sono affetti”.

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• CONSULTI GRATUITI ALLE TERME DI CERVIA
In Italia già a partire da sabato 27 ottobre sono previste varie iniziative ed Open Day per dare alle persone la possibilità di ricevere informazioni o una prima visita dermatologica. Le Terme di Cervia (Ravenna) offrono incontri gratuiti su prenotazione con specialistici di dermatologia, idrologia e nutrizione. Il Fango Liman e l’Acqua Madre di Cervia producono, infatti, effetti positivi nel trattamento di questa patologia: in particolare, si è osservato che le recidive si riducono, i periodi di remissione raddoppiano, i medicinali da assumere diminuiscono e si abbattono i costi (individuali e a carico del Ssn) per la terapia.

La sperimentazione, durata due anni, è stata condotta presso la struttura termale, in collaborazione con l’Unità Operativa di Dermatologia e l’Unità Operativa di Biostatistica dell’Azienda USL della Romagna, e l’autorizzazione del Comitato Etico USL della Romagna. I partecipanti al test sono stati divisi in un gruppo di controllo e uno sperimentale: entrambi hanno testato – in 18 sedute – la fangobalneoterapia nel reparto elioterapico delle Terme di Cervia. Il gruppo di controllo ha provato un trattamento con semplice fango argilloso, mentre il gruppo sperimentale ha sperimentato il Fango Liman della salina di Cervia. Durante la giornata del 27 ottobre presso le Terme di Cervia sarà presente con materiale informativo anche la fondazione Corazza, ente che si occupa di studio e ricerca intorno alla psoriasi, all’artrite psoriasica e alle patologie onco-dermatologiche.

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