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Svolta ecologica di Jean Paul Gaultier: rinuncia a pelle e pelliccia

Lo stilista francese si unisce alla lunga lista di marchi di moda che scelgono di non utilizzare materie prime che causino sofferenza agli animali. Festeggia la PETA, ma resta da trovare un’alternativa sostenibile

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Jean Paul Gaultier si aggiunge alla lunga lista di marchi di moda che hanno imboccato un sentiero verde per la propria produzione dicendo addio all’uso della pelliccia e della pelle. Ad annunciarlo è stato lo stesso stilista sabato 10 novembre durante la trasmissione ‘’Bonsoir’’ sull’emittente televisiva francese Canal+: ”È vero che la pelliccia animale è più sensuale di quella sintetica, è brutto da dire. Ma si possono trovare altri modi per scaldarsi. Quindi può essere che si andrà verso una parte creativa che non farà del male, perché certamente il modo in cui gli animali vengono uccisi per la loro pelliccia è deplorevole”.
Non un comunicato ufficiale, ma se lo stilista si è sbilanciato così apertamente risulta difficile immaginare una marcia indietro su un tema così sentito e delicato. Avrebbe del clamoroso e sarebbe un incredibile passo falso in termini di marketing e comunicazione.
A prendere per definitivo questo passo verso una produzione più rispettosa dei diritti degli animali anche la PETA, People for the Ethical Treatment of Animals, che sul proprio sito festeggia l’ennesimo risultato di una campagna di pressing sui marchi di moda perché rinuncino all’utilizzo di tutti i prodotti che arrecano sofferenza agli animali. Non solo pelliccia dunque, ma anche pelle, lana, mohair, seta e piume.
Una azione di sensibilizzazione portata avanti negli anni tramite azioni di protesta e manifestazioni nelle boutique e durante le sfilate: lo stesso Jean Paul Gaultier ne è stato il bersaglio nel 2002, quando alcuni militanti della PETA interruppero una sfilata del marchio, e nel 2006 quando fu la stessa fondatrice dell’organizzazione, Ingrid Newkirk, a fare irruzione in uno showroom parigino di Gaultier.
La perseveranza della PETA unita a una crescente sensibilità al tema dell’ecologia nell’industria della moda ha portato numerosi stilisti a rinunciare alla pelliccia: Armani, Versace, Ralph Lauren, Gucci, Burberry. Ma anche marchi come Asos, H&M, GAP, Diane von Furstenberg, Bershka, Adidas, Zara, Mango e Cos. Una lista di oltre 280 brand che ha dato una svolta green alla propria produzione. Ma resta un problema: adottare delle alternative che siano davvero sostenibili. La pelliccia sintetica è prodotta con fibre derivate dal petrolio che nella maggior parte dei casi hanno un impatto ambientale molto alto, mentre quella definita ecologica è prodotta prevalentemente a base di cotone la cui coltivazione intensiva ha però un impatto ambientale altissimo.
La speranza è quindi quella che i marchi che scelgono di adottare una politica sostenibile lo facciano a 360 gradi rinunciando sì ai materiali di origine animale, ma impegnandosi a sostituirli con alternative che siano veramente ecologiche.