Tra i cinque sensi, l’olfatto è quello più istintivo, spontaneo. Si attiva indipendentemente dalla nostra volontà, e altrettanto autonomamente solletica ricordi, riporta a galla memorie, suscita emozioni quasi ancestrali, inconsce. Cosa provereste per esempio se, improvvisamente, vi passasse sotto le narici l’odore del latte materno? “Molti visitatori hanno notato qualche reazione istintiva del proprio corpo” spiega Melania Rossi, curatrice (assieme a Joanna De Vos) della mostra Nasi per l’arte, attualmente allestita presso gli spazi romani di Palazzo Merulana, riferendosi ad un’opera d’arte molto particolare.
L’installazione di Laura de Coninck, Recovery of the good object lost, è infatti un’opera olfattiva, che riproduce un gigantesco seno che sporge da una parete, realizzato in materiale morbido e ricoperto in pelliccia sintetica per riproporre il concetto di comfort e accoglienza che i neonati sperimentano nei loro primi mesi di vita mentre succhiano il latte materno. Questo grande seno emana un profumo che, riferiscono molti visitatori, permette di “percepire una sensazione di benessere, che aumenta man mano che ci si avvicina all’opera”, racconta la curatrice.
Nasi per l’arte è una mostra che ruota attorno al tema dell’olfatto, e propone oltre cinquanta opere che mettono in connessione, in modo originale, ironico e inaspettato, l’arte italiana e quella belga secondo un insolito fil rouge: il naso. L’idea è quella di stimolare una riflessione su questo organo, elemento così fortemente protagonista del viso tanto da diventare identitario, e interprete di quel senso primordiale che è l’olfatto. Con il naso si respira, si annusa, ci si identifica: tutte le cose si ‘sentono’ ancora prima di vedersi, e ciò che ci suggerisce questo senso così importante può decretare l’attrazione o la repulsione verso qualcosa o qualcuno.
Le curatrici De Vos e Rossi, rispettivamente di origine belga e italiana, hanno fatto una approfondita ricerca su come gli artisti e i collezionisti dei loro paesi interpretino il concetto di ‘fiuto per l’arte’ sia sul piano estetico che concettuale. Il percorso espositivo propone innanzitutto un dialogo tra l'arte italiana e quella belga dell’inizio del XX secolo attraverso la connessione tra la Collezione Cerasi, presente in modo permanente a Palazzo Merulana, e alcune opere selezionate per la mostra. Lo fa in particolare con opere pittoriche e scultoree dagli anni Venti agli anni Quaranta, e una selezione di opere belghe dello stesso periodo, prestate da collezionisti privati e da Istituzioni. Artisti come René Magritte, Léon Spilliaert, Paul Joostens, Constant Permeke dialogheranno con Giorgio De Chirico, Francesco Trombadori, Antonio Donghi, Antonietta Raphael.
C’è anche un secondo percorso che coinvolge nove artisti contemporanei belgi e altrettanti italiani le cui opere celebrano, sfidano e invitano alla riflessione sul naso, i sensi e l'arte. Dall’autoritratto di Maurizio Cattelan, che nella sua ‘Autobiografia non autorizzata’, scrive: “Quando sono nato erano molto delusi. Avevo un naso da adulto”, a disegni, quadri, sculture, installazioni, cinema rianimato, opere video, fotografie, che fanno rivivere la tradizione e la mitologia o indagano sulla condizione umana spargendo le loro ‘essenze’ nelle sale del museo, sia metaforicamente che praticamente. L’opera di Francesco Arena, per esempio, è accompagnata da un incenso che diffonde il proprio effluvio.
Ci sono poi le curiose opere olfattive, come quella di Laura de Coninck, che con il suo ‘grande seno’ che emana profumo di latte materno offre una vera e propria esperienza sinestetica. La casa di fragranze Givaudan di Parigi e la profumiera Sonia Constant, sua mentore, l’hanno aiutata a creare e ricostruire il profumo del latte materno, utilizzando un metodo detto ‘Scent trek’. In pratica, hanno misurato un campione di latte materno fresco per scoprirne le molecole, e dopo aver provato infinite combinazioni di fragranze, hanno trovato il giusto equilibrio capace di avvolgere i visitatori e rievocare in loro ricordi perduti. Sul grande seno c’è anche una cucitura che sembra una cicatrice, e vuole ricordare il tema del tumore e l’importanza della prevenzione.
Un’altra opera che è possibile annusare è Olfactory Self-Portrait di Peter De Cupere, uno dei più attivi e importanti artisti olfattivi. Attraverso le sue opere egli coinvolge, evoca e stimola la memoria dei visitatori, generando una sorta di esperienza meta-sensoriale. “Le sue opere affrontano tematiche di varia natura, sempre di interesse collettivo”, spiega Melania Rossi. La natura, il cambiamento climatico, il futuro sono al centro della sua sperimentazione artistica, ma in questo caso è stato selezionato un autoritratto olfattivo: i visitatori sono invitati a graffiare, toccare, annusare il dipinto per odorarne la fragranza scelta dall’artista per rappresentare se stesso. Un’opera che “Fa appello al nostro senso più istintivo, per permetterci di sentire l’essenza di una persona ancora prima di vederla”.
Nasi per l’arte è visitabile presso Palazzo Merulana, Roma, fino al 21 maggio 2023. La mostra nasce in sinergia con Fondazione Elena e Claudio Cerasi e Coopculture.