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La mostra al Pac di Milano

Dallo sherpa al pastore, quelle vite che raccontano la sfida nella natura

Goat Herder in Nepal per il progetto Testers-In viaggio con Fay Archive. Courtesy foto James Mollison
Goat Herder in Nepal per il progetto Testers-In viaggio con Fay Archive. Courtesy foto James Mollison 
Le foto di James Mollison, nelle spedizioni dal Nepal al Cile, per Testers - In viaggio con Fay Archive
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Fino a domani sera, al posto di sculture e dipinti dei maggiori artisti del nostro tempo, il Pac - Padiglione d'arte contemporanea di Milano, ospita un tipo di mostra molto diverso. A essere esposte sono le foto dei volti segnati degli sherpa Sonam e Onghu mentre scalano i monti himalayani, e di quello di Dev Tamang, che ogni giorno guida il suo pullman lungo il ciglio di uno dei burroni più profondi del mondo.

Ci sono i sorrisi del pastore Deepak, di sua moglie e dei loro due figli, che vivono con duecento capre in un luogo del Nepal talmente remoto da non avere nemmeno un nome. C'è lo sguardo attento di Eiben, che risiede nel punto più a nord dell'Alaska per controllare gli spostamenti degli orsi polari, e l'espressione concentrata di Will, che studia l'attività dei vulcani islandesi.

Ad accomunare personaggi e storie sono due elementi: la vita passata a contatto con la natura, e le giacche che indossano nelle immagini in mostra. Tutti loro sono testers, potremmo definirli collaudatori, dei capi di Fay Archive, e sono parte di un'iniziativa, in corso da anni, volta a riportare il marchio acquistato da Diego e Andrea Della Valle a metà degli anni Ottanta alla sua funzione originaria. Vale a dire, abbigliamento da lavoro pensato per proteggere chi lo indossa. "L'idea di Fay nacque quasi per caso", ricorda Andrea Della Valle. "Girando per le strade di New York con l'amico Enzo Manes, notammo questo giaccone ideato da un ex-vigile del fuoco, che aveva tradotto in chiave urbana la sua divisa. Ne intuimmo subito il potenziale, e infatti in breve tempo tutti se ne innamorarono".

Il progetto dei testers è quasi elementare nella sua semplicità. Una troupe composta da tre persone: Michele Lupi, direttore dei progetti speciali del gruppo Tod's, propulsore e narratore del progetto, il fotografo James Mollison e il video-maker Alex Healey; un budget ridotto al minimo e una serie di mete remote in cui i tre si recano per incontrare chi, per scelta o per caso, vive e lavora in condizioni estreme. A tutti loro viene chiesto di testare i pezzi storici del brand, dal giaccone 4 ganci alla camicia imbottita, per essere ritratti e filmati mentre li usano nella loro quotidianità. La mostra, intitolata Testers - in viaggio con Fay Archive, è perciò una sintesi delle spedizioni più recenti: Cile, Alaska, Islanda e Nepal.

Il risultato è un racconto di esistenze molto diverse rispetto a ciò che si considera la norma. E i soggetti indossano sì un pezzo di Fay, ma nulla cambia nei gesti e nell'atteggiamento: è questo realismo che traspare dalle immagini in mostra. Tanto più che l'allestimento, che vede ogni luogo narrato in una sala a sé, conta su quattro colonne sonore create da Alioscia dei Casino Royale. Per realizzarle, l'artista ha usato i rumori ambientali registrati da Lupi durante i viaggi: così ha creato per ciascuna stanza un suono preciso, legato alle immagini esposte.