Will e Kate: a undici anni dal "sì" che il 29 aprile 2011 ha unito la ragazza del Berkshire al secondo erede al trono britannico, la favola continua. Anche se, a ben vedere, il racconto fiabesco della loro vita assieme non è del tutto veritiero; ci sono stati alti e bassi nella loro storia, come in quella di ogni coppia, tra rumors di tradimento e difficoltà legate alla nascita di ben tre figli, critiche impietose della stampa riservate alla famiglia di Kate e pettegolezzi al cianuro serviti all'ora del té nei circoli aristocratici. Affari complicati non poco dal ruolo pubblico del principe e di sua moglie, e da un protocollo di regole dettate da Corte che ingabbia le loro esistenze. Ma i duchi di Cambridge sono ancora qui, e a oggi sono i migliori interpreti del difficile ruolo che la monarchia ha assegnato ai membri senior (e più popolari) della famiglia reale britannica: traghettare un'istituzione che ha perso di senso verso la modernità, per garantirle un futuro.
Per augurare "buon anniversario" ai due abbiamo deciso di consegnarvi un racconto del royal wedding tratto dal libro "Kate. Luci e ombre della futura regina", DeAgostini. E di consegnarvi in una gallery alcune delle loro immagini più belle.

+++ L’orologio segnava le sei del mattino, quando gli otto selezionati hair stylist del salone di Richard Ward a Chelsea erano entrati all’Hotel Goring di Londra, erano stati accolti dalle guardie e scortati, dopo attenti controlli di sicurezza, nella suite. Erano pronti ad arricciare, pettinare e addomesticare in boccoli le chiome di decine di amiche, zie e cugine della sposa, una semplice ragazza del Berkshire. Quel matrimonio era il loro big deal, la loro occasione: miss Catherine Middleton avrebbe sposato il principe William, secondo erede al trono d’Inghilterra, e sarebbe passata alla Storia, nelle foto e nei ritratti, con una loro acconciatura. Un semiraccolto che da lì a poco sarebbe stato impresso ovunque, dalle cartoline alle tazze commemorative su cui una bella fetta di britannici e una altrettanto bella fetta di turisti avrebbero appoggiato le labbra per degustare il tè.
Finito con le ospiti, gli hair stylist avevano affilato le spazzole per mettersi infine al lavoro sulla sposa, che avevano trovato sola, seduta davanti alla toeletta, intenta a ritoccare uno smokey eyes su cui aveva lavorato personalmente. Pippa e Carole, meno abili con matita e ombretto, si erano invece affidate alle mani di truccatori professionisti. Mentre l’acconciatura prendeva forma, il parrucchiere James Pryce sudava, pensando alla parte più difficile: ancorare la Halo tiara, un gioiello capolavoro con 739 diamanti taglio brillante e 149 diamanti taglio baguette. «Abbiamo pettinato i capelli per creare una zona in cui posizionare la tiara» ha spiegato più tardi, «poi realizzato una treccia piatta al centro e vi abbiamo cucito il gioiello. Nel mentre, Richard e io abbiamo scambiato due chiacchiere con la sposa; la tv era rimasta spenta ma già dalla strada iniziava a salire il brusio della folla.»
Dopo trucco e parrucco, per Kate è tempo di vestirsi: viene quindi rapita da Sara Burton, direttrice creativa del brand Alexander McQueen, pronta a infilarle l’abito da sposa e a restituirla per un ultimo check dell’acconciatura, quarantacinque minuti dopo. «Ho bussato alla porta e quando l’ho vista lì al centro della stanza, tutta in bianco, ho esclamato: Wow, sei incantevole!» ricorda lo stesso Ward.
La magia di quell’abito era nel corsetto finemente decorato, che strizzava l’occhio alla corsetteria vittoriana, marchio di fabbrica della maison McQueen: stretto stretto a sottolineare la sottile vita della sposa e imbottito leggermente sulle anche, dove la ragazza invece difettava in morbidezza e rotondità. Un capolavoro di artigianato in raso avorio chiuso sul retro da cinquantotto bottoni – veri, con buona pace dello sposo che dovrà aprirli a tarda sera – ricoperti in organza e gazar con passanti Rouleau. L’abito era stato reso ancora più speciale dalla maestria delle ricamatrici della Royal School of Needlework, esperte nella tecnica del merletto Carrickmacross, cui era stato chiesto di impegnarsi nel lavoro senza rivelare a chi fosse destinato e di lavarsi le mani ogni trenta minuti per non lasciare il minimo segno. Il pizzo era stato applicato su tulle di seta avorio, insieme a dettagli di pizzo inglese e chantilly francese, volto a decorare corsetto, gonna, scarpe e velo: velo lungo “solo” due metri e settanta centimetri (quello di Diana ne misurava sette e sessanta). Nel disegno si leggeva un omaggio botanico ai quattro paesi del Regno Unito: rose per l’Inghilterra, cardi per la Scozia, narcisi per il Galles e trifogli per l’Irlanda. E, per rispettare la tradizione del “qualcosa di blu” necessario a tutte le spose il giorno del loro matrimonio, il team di Sarah Burton aveva cucito all’interno dell’abito un piccolo fiocco di questo colore. Prima di avviarsi, la sposa si ferma un attimo a indossare gli orecchini donati da mamma e papà apposta per l’occasione e realizzati dal gioielliere Robinson Pelham, ispirati allo stemma di cui la famiglia aveva voluto dotarsi in vista dell’unione con i reali: ghiande e foglie di quercia stilizzate, creati incastonando diamanti taglio pera e taglio goccia.
Ed è così che arriviamo all’Abbazia di Westminster. Quando le porte si chiudono, lasciando fuori le grida della folla e lo sventolio convulso delle Union Jack, la cerimonia trova la sacralità che merita. «You look beautiful», sei bellissima, dice lo sposo alla sposa, e poi diretto al suocero, visibilmente emozionato: «Andiamo a sbrigare questa piccola questione di famiglia». Una coltre di meraviglia aleggia sotto gli archi e le travi del soffitto dell’abbazia, mentre gli sposi si scambiano i voti con un rito tradizionale: ma lì dove Kate avrebbe dovuto pronunciare tre verbi – love, cherish e obey (amare, accudire e obbedire) – ecco che omette l’ultimo vincolo, limitandosi a un «amare, confortare, onorare e accudire». La decisione era stata presa giorni prima, assieme a William: ai ragazzi l’espressione non piaceva e ancor meno ai teologi dell’anglicanesimo che, dopo molte considerazioni, avevano suggerito non fosse il caso di cementare l’unione con un verbo dal sapore sessista. Meglio soprassedere, come aveva fatto Diana, la prima a dire no a quel fastidioso e inutile fardello di antichi costumi di corte. A differenza di lei, però, Kate non tentenna sull’altare quando si tratta di parlare; non sbaglia il nome del futuro marito e scandisce ogni parola con voce cristallina. Anche la voce di suo fratello risuona chiara, segno che la dislessia che l’ha afflitto da bambino è stata finalmente sconfitta: James legge agli sposi un passaggio che dice «Let love be genuine», lascia che l’amore sia sincero.
A vederli, Will e Kate, tutto fa pensare che sia proprio così. È sincero il bacio che si scambiano alle 13.25 di quel 29 aprile sul balcone di Buckingham Palace, è sincero il loro cercarsi con gli occhi per non perdere la magia del momento, nel corso del ricevimento che segue le nozze, cui la sposa si presenta indossando un più pratico abito in raso bianco con scollatura a v e cintura di brillantini. Per fortuna, in quell’occasione, c’è il discorso di Harry, testimone di nozze del fratello, a risvegliare quanti si sono assopiti dopo quello di Carlo, complice il mix fatale di champagne rosé vintage e canapè. Anche il padre della sposa se la cava bene, nonostante la timidezza: «Ho capito che William faceva sul serio quando mi sono ritrovato un elicottero in giardino!» dice, tra l’ilarità del pubblico. Il taglio del capolavoro creato dalla cake designer Fiona Cairns – una tradizionale torta inglese alla frutta con otto strati decorati da glassa, novecento fiori di zucchero e le iniziali degli sposi – rianima tutti, e qualcuno nota che da essa vengono prelevati non uno, non due, ma ben tre pezzi da conservare: segno che gli sposi hanno intenzione di circondarsi di parecchi marmocchi.
Congedate le teste coronate e mandati a letto illustri lord ottuagenari e altri parrucconi, gli sposi si lanciano nelle danze con gli amici. Che alle tre e mezza del mattino si radunano in giardino per salutare Mr e Mrs Wales, pronti a partire per la loro luna di miele a bordo di una Aston Martin Volante blu vintage, regalo della regina al figlio Carlo per i suoi lontanissimi ventun anni.
E vissero tutti felici e contenti. O no?
(...)
Testo estratto dal libro "Kate. Luci e ombre della futura regina", di Eva Grippa, De Agostini 2022.
© 2022, DeA Planeta Libri S.r.l.
La favola di Kate e William: 12 anni di matrimonio (e più di 20 d'amore) in oltre 100 foto
Tre figli, un matrimonio felice, l'amore dei sudditi, milioni di fan in tutto il mondo: il bilancio dei primi 12 anni di matrimonio è stato decisamente positivo per Kate e William d'Inghilterra.
Fin dal giorno delle nozze da record, 29 aprile 2011, seguite in diretta da 2 miliardi di spettatori, la curiosità non si è mai affievolita. Merito soprattutto di Kate, che ha fatto del suo ruolo un simbolo di modernità. La duchessa infatti vive il protocollo con alcune concessioni alla 'normalità': ride a crepapelle e guarda con occhi innamorati il marito, alleva i figli in maniera informale e accoglie la bisnonna regina in cucina, quando fa loro visita ad Amner Hall, indossa più volte gli stessi abiti e compra nei negozi low cost, si scatena saltando e scalciando appena si trova su un campo sportivo e gioca con i suoi bambini come qualsiasi mamma. Ha anche una grande passione per la fotografia, che la rende 'utile' alla famiglia reale, nonché 'umana' agli occhi del pubblico. Non da ultimo, è anche un riferimento per molte, in fatto di stile: copiatissima sia nei look sia nei tagli di capelli, sempre impeccabile e gentile con tutti. Insomma una donna unica che ha conquistato tutti: reali compresi. Di più, Kate è riuscita in questi 12 anni e più (scopri le immagini simbolo in questa gallery) a ricalcare spesso le orme e lo stile dell'amatissima madre di William e Harry, la Principessa Diana. E ha così Kate chiuso il cerchio, riconciliando Buckingham Palace con i sudditi. Possiamo solo immaginare cosa riuscirà a fare nei prossimi 50 anni in cui, ci auguriamo, la vedremo anche nelle vesti di regina accanto a William, 40 anni, futuro re.