La Commissione Agricoltura tedesca "esprime preoccupazione e perplessità sul tema delle etichette sanitarie sugli alcolici" che, col via libera dell’Europa, l’Irlanda si prepara ad apporre sulle bottiglie di tutti gli alcolici. “Il presidente Hermann Färber ha espresso la contrarietà della Commissione Agricoltura parlamentare tedesca – dice Mirco Carloni, presidente della Commissione Agricoltura della Camera, che mercoledì 8 febbraio ha incontrato il suo omologo tedesco a Berlino - In Germania sono forti le tradizioni bavaresi, per esempio, che sarebbero anch'esse danneggiate dall’etichettatura all’irlandese. Una posizione che ci trova d’accordo, tanto che ci siamo dati appuntamento all’Oktoberfest. Il vino è la nostra identità, la nostra cultura, ma soprattutto la regolamentazione dei comportamenti favorisce la grande industria e penalizza le nostre imprese piccole che nella biodiversità traggono l'eccellenza”.

Carloni ha incontrato presso il Bundestag il collega tedesco Färberi in occasione della Fiera internazionale dell’Ortofrutta. Nel corso del faccia a faccia, a cui con Carloni erano presenti una delegazione italiana della Commissione Agricoltura composta da Stefania Marino e Attilio Pierro più i membri della commissione parlamentare tedesca guidate da Färberi, è stato affrontato il tema dell'etichettatura sul vino che avverte del pericolo per la salute, oltre che della crisi ambientale e della conseguente siccità, e del Nutriscore.

Sulla questione i partiti italiani si mostrano compatti, nei giorni scorsi infatti la Commissione Agricoltura ha approvato una risoluzione unanime ribadendo la posizione a difesa dei prodotti nostrani. E il governo italiano sta cercando di fare squadra con gli altri Paesi europei facendo sponda con Francia, Spagna e Germania. “Il vino non può essere considerata soltanto una bevanda alcolica – ha detto Carloni a Berlino - La salute va tutelata con modelli di consumo e vietandone gli abusi, ma certamente criminalizzare il vino per noi non è giusto e non serve a tutelare la salute. Si tratta solo di un regalo a chi vuole cancellare la nostra identità per omogeneizzare i consumi sostituendo quelli agricoli con quelli industriali." Färber Hermann, dal canto suo, ha espresso preoccupazione per nuove regole in particolare per i nuovi vincoli e le limitazioni che creano.

Continua così la battaglia italiana contro le etichette sanitarie sul vino ("il consumo di alcol provoca malattie del fegato" e "alcol e tumori mortali sono direttamente collegati"). Martedì il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha inviato una lettera al vice presidente della Commissione Ue Valdis Dombrowskis in merito alla normativa sull'etichettatura delle bevande alcoliche che l'Irlanda ha deciso di introdurre, rimarcando che "l'Italia si riserva di assumere tutte le iniziative ritenute opportune in sede europea e internazionale a tutela della libertà degli scambi". Nella lettera si legge che "l'Irlanda ha notificato al Comitato Barriere tecniche al commercio dell'Organizzazione mondiale del commercio la bozza dei regolamenti interni riguardanti le avvertenze in materia sanitaria che verrebbero inserite su tutte le etichette dei prodotti alcolici immessi sul mercato irlandese. Come già rappresentato al commissario Breton dall'Italia in data 12 gennaio scorso - e come sostenuto da diversi altri Stati membri - gli effetti di questa misura in termini di prevenzione sanitaria appaiono assolutamente modesti, in quanto non prevedono alcuna distinzione tra 'consumo moderato' e 'abuso di alcol'. Come avviene per tutti i tipi di etichettatura, l'unica strada che da parte italiana si tiene corretta non è la pura e semplice adozione di misure che mirano a scoraggiare in assoluto il consumo di un prodotto, ma quella di una adeguata informazione del consumatore che lo possa guidare nell'assunzione di scelte consapevoli e responsabili”. Secondo Tajani, la norma irlandese presenta "profili problematici anche come fonte di una oggettiva e non giustificata distorsione agli scambi internazionali, equivalente a una restrizione quantitativa". "Il rischio è che ciò possa suscitare reazioni e contromisure a opera di Stati terzi che hanno già (aggiungo giustamente) manifestato, in sede OMC (Organizzazione mondiale del commercio, ndr), perplessità sull'iniziativa irlandese. Un provvedimento, già criticabile sotto il profilo del diritto europeo, potrebbe pertanto innescare una reazione a catena che finirebbe con il danneggiare l'insieme dell'Unione".
Wine in Venice, Centinaio all'Europa: "Il consumo moderato di vino non fa male alla salute"

Il vice presidente del Senato Gian Marco Centinaio parla di fronte comune sul piano commerciale. "L'Irlanda ha fatto il suo passo, ora tocca a noi. Dopo che il governo di Dublino ha presentato all'Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) le sue etichette allarmistiche, i Paesi contrari devono fare fronte comune e presentare formale opposizione in quella sede entro i tre mesi previsti. A guidare questa coalizione non può che essere l'Italia". Lo dichiara il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio (Lega). "Dispiace dover constatare che ancora una volta l'Europa non si sia dimostrata capace di difendere i propri prodotti di qualità e perfino il libero mercato interno, che l'Irlanda per sua stessa ammissione violerebbe con queste etichette". "Non possiamo accettare questa concorrenza sleale nei confronti dei nostri produttori di vino, sarebbe un precedente molto preoccupante. Di fronte all'ignavia del silenzio-assenso di Bruxelles, non rimane che proseguire la nostra battaglia anche su altri tavoli, senza abbandonare comunque quello europeo", conclude Centinaio.