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Viaggio tra i ristoranti dell'Espresso: Il Piccolo Lago, Regio Patio, Il Molo

Il Molo - Carpa in porchetta 
Il Molo - Carpa in porchetta  
I laghi e la loro romantica quiete sono i protagonisti della rubrica di questa settimana dedicata agli indirizzi segnalati in Guida 
2 minuti di lettura

In attesa della nuova edizione della Guida ai Ristoranti de L’Espresso, in questo spazio apriamo ogni settimana una finestra sui ristoranti di una penisola da scoprire giorno per giorno. Tra coste e mari di differente bellezza e rilievi maestosi non possiamo dimenticare la romantica quiete che ispirano i laghi, ancora di più nelle stagioni meno affollate. Così, se ormai praticamente tutta la sponda ovest del lago di Garda è nota tra gli appassionati come un vero e proprio giacimento di stimoli golosi, in questa occasione vi presentiamo  tre valide mete gastronomiche lacustri alternative, dal Piemonte passando per l’altro versante del Benaco fino all’Umbria.


 
Nei pressi di Verbania si trova il Piccolo Lago (temporaneamente chiuso), elegante locale di Marco Sacco. Nomen-omen, il ristorante è letteralmente in riva al piccolo specchio d’acqua di Mergozzo in una posizione incantevole. Professionista di lunga data, Sacco è promotore instancabile di iniziative legate alla valorizzazione del suo territorio. In guida ha una valutazione di tre cappelli; ecco cosa si può leggere nella scheda del ristorante: “Non è solo presente ed è tutt’altro che piccolo: il lago è (da sempre) un tema portante nella visione di Marco Sacco. I colori, le forme, gli equilibri sono pilastri altrettanto solidi della sua cucina.

Marco Sacco
Marco Sacco 

Ma su tutto domina la sperimentazione, la ricerca di elementi senza confini da far incontrare, quando utile e senza integralismi, a quanto di meglio sanno esprimere il Piemonte e il comprensorio della provincia azzurra, quella dei laghi Orta e Maggiore, e di questo piccino di Mergozzo su cui insiste il ristorante. Un percorso degustazione racconta quattro decenni de “La Storia” del ristorante con proposte evergreen, come il “flan di Bettelmatt” o “il lingotto di trota”; al contrario, è “Un Sacco innovativo” il viaggio dedicato e nuovi orizzonti da sondare: sono quelli, ad esempio, che portano l’interpretazione interattiva e colorata della “trota” (ceviche, ‘aji amarillo’, mango, lime) o la conturbante pernice rossa con salsa di mandarino, liquore d’erbe, torrone e fumo d’alloro. A pranzo, disponibile la proposta-bistrot alla carta (sui 70 euro). Cantina di valore, con etichette da tutto il mondo, servizio attento. Conto sui 150 euro". 
 

La provincia non è quella che si sente nominare più di frequente quando si parla del Garda gastronomico, ma qui ci troviamo proprio nell’omonima cittadina sulla sponda veronese. In un elegante albergo dalla grande personalità come il Regina Adelaide la famiglia Tedeschi ha affidato la cucina del Regio Patio, un cappello in guida, al bravo Andrea Costantini, cuoco friulano che del lago si è innamorato e riesce far innamorare con i suoi piatti. In guida viene raccontato così: “Il territorio lacustre non è tra i più noti per la cucina creativa ma, se guardato nella giusta prospettiva, sa regalare belle sorprese.

Regio Patio - Ostrica di Lago 
Regio Patio - Ostrica di Lago  

È il caso della cucina di Andrea Costantini, incentrata su una reinterpretazione fresca e contemporanea dei prodotti del Garda. La ricerca gioca sull’intensità e sul contrasto dei sapori grazie al sapiente equilibrio tra i diversi ingredienti. Divertente ed esplosiva l’“ostrica di lago”, che racchiude in una tartare di coregone e salmerino una bella profondità iodata; coraggioso ed elegante lo sgombro con animelle d’agnello, melanzane e scapece di lamponi. Il servizio è solare e competente. La cantina è ampia e ben organizzata. Diversi i menu, alcuni dei quali a sorpresa (60 e 85 euro). Circa 75 euro alla carta".

Andrea Pellegrini (foto Lido Vannucchi)
Andrea Pellegrini (foto Lido Vannucchi) 

Meta forse un po’ meno nota ma non per questo priva di un notevole fascino è il lago Trasimeno, il più esteso dell’area centrale del nostro paese, in quell’Umbria considerata il cuore verde d’Italia. Il Molo della famiglia Pellegrini, alla sua terza generazione, rappresenta da più di quarant’anni un punto fermo della ristorazione locale di alta qualità. Questa la sua scheda in guida: “Il progetto di rinnovamento non si ferma e qui si continua a marciare spediti. Al maquillage della sala ha fatto seguito una nuova linea in cucina, che ha affiancato al ristorante vero e proprio una sezione street-food, per una proposta trasversale sotto il segno della qualità. Così la terrina di faraona, insalata russa, beurre blanc, polvere di olive nere e demi-glace figura in carta fra gli antipasti e diventa anche panino gourmet. Cantina ricca di etichette tutt’altro che banali. Sui 40 euro".