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Green pass, ristoratore favorevole minacciato sui social: "Questo clima mi spaventa"

Green pass, ristoratore favorevole minacciato sui social: "Questo clima mi spaventa"
Amelio Fantoni, cuoco del Buonumore di Viareggio, ha postato su Facebook il suo pensiero ed è stato insultato. Lo chef: "Ho solo offerto lo sconto a chi è vaccinato, il mio era un incoraggiamento. Invece c'è chi cerca il nemico a tutti i costi"
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“Siete dei nazisti: sconto a chi è iscritto al Partito Nazionalsocialista Tedesco”.
“Facci venire Draghi, sai cosa mi ci pulisco con il green pass”.
“Finirà questa dittatura e ci sarà chi avrà buona memoria di chi si è piegato e di chi è rimasto Uomo”.

Sono di questo tenore molti dei commenti al post di Amelio Fantoni, chef e titolare del Buonumore di Viareggio, molto noto tra i ristoratori della Versilia, che ha avuto l’ardire di pubblicare sulla sua pagina Facebook parole di incoraggiamento per i clienti col green pass. Questo era il suo messaggio di ottimismo:

"Al Ristorante Buonumore di Viareggio, quando entrerà in vigore il Green Pass applicheremo lo sconto del 10% sulle bevande , per dare anche noi un piccolo contributo a chi si vaccina. Non è molto, ma poco è meglio che nulla. Come mia opinione in momenti di pandemia, di disagi, economici e sociali, per quanto sia possibile  e difficile, bisogna alleggerirlo il problema, non appesantirlo, con il pregiudizio della paura. L'eccesso di positività, può sfiorare la Stupidità, ma rende sopportabile il disagio”.

Così, la più gentile delle espressioni di dissenso è stata: "buono a sapersi per non metterci più piede".

Gli insulti non sono mancati, anzi la dose è stata rincarata, sulle bacheche social di chi ha rilanciato la notizia apparsa sul quotidiano locale Il Tirreno. La cosa paradossale è che Fantoni è stato tacciato di “complicità col sistema”, di essere un vile che si piega. Ma chi lo conosce, sa che casomai lui è proprio il contrario, uno da sempre controcorrente, polemico tanto da essere chiamato l’anti-cuoco, un disobbediente per vocazione.

Fantoni, lei è stato minacciato, questo la spaventa?

"Più che paura per me mi spaventa il clima, l’idea di cercare il nemico a tutti i costi. Su trip advisor avevo 5 pallini sono sceso a 1. Ma è assurdo che io stia diventando il nemico, il cattivo. Il mio non era l’inno al vaccino obbligatorio. Era un segnale di ottimismo, della serie: se la regola è quella, è inutile stare a fare le cose clandestine come durante il proibizionismo americano, piuttosto diamo un segnale positivo, mostriamo che noi ristoratori non siano disfattisti. Il mio voleva essere un segnale. Una piccola cosa peraltro: ho vini da 20 euro, col 10 per cento ci paghi giusto il parcheggio. Ma pensavo di aver fatto un gesto incoraggiante”.

Certo, non si può ignorare che il green passa possa creare disagi e difficoltà ai ristoratori: giustamente qualche giorno fa Giancarlo Casa della Gatta Mangiona di Roma, pur senza entrare nel merito della norma, si diceva un po’ imbarazzato al pensiero di dover chiedere il documento di identità, che va mostrato insieme al green pass, ai clienti (ma gli hanno fatto notare che anche in hotel il receptionist lo chiede).
E Oreste Romagnolo dalla sua Oresteria a Ponza confidava a Il Gusto qualche perplessità su come applicare la regola: “Se un cliente si rifiuta di mostrarmelo lo caccio? Ok, ma in che modo? Si creerebbe di sicuro confusione e malumore, si rischiano situazioni spiacevoli”.
Quindi è ovvio i ristoratori sono preoccupati più del come che del perché.

Tutte preoccupazioni che Fantoni ha chiare, ma su cui prevale una considerazione: “il problema – dice con forza – non è il vaccino, il problema è il Covid. E lo spettro è la chiusura. Se saremo costretti a chiudere di nuovo non potremo più rialzarci”.