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Alta Langa: 2 milioni e mezzo di bottiglie a partire dalla vendemmia 2020

Le bollicine piemontesi non arrestano la propria corsa. Il disciplinare di produzione dell’Alta Langa è rigido, rigoroso. Piemontese

2 minuti di lettura

Sono in crescita le Case associate al Consorzio Alta Langa così come le cuvée presenti nel mercato. Se ne contato almeno 67. Tra Blanc de Blancs (100% chardonnay), Blanc de Noirs (100% pinot noir), Millesimati e Riserva. Che ad assaggiarli tutti assieme ci si fa un’idea anche sulla qualità che, indubbiamente, è altissima. Si parla di un 5% appena di spumanti che necessitano di una

Nei 300 ettari vitati i 90 viticoltori nell’ultima vendemmia hanno raccolto 3 milioni di chilogrammi di uva di cui 1/3 chardonnay e 2/3 pinot nero rispettivamente piantati. Per chi non lo avesse ancora capito, l’Alta Langa è metodo e, poi, classicità. L’arte dello spumante in Piemonte nasce con un’altra uva, il Moscato. Il savoir faire francese appreso - ci piace pensare a mo’ di effetto spugna - si è poi traslato nelle terre piemontesi che cubano oggi per un valore pari a 100 milioni di euro. Questi i numeri, la fotografia attuale della denominazione Alta Langa che prevede almeno 30 mesi sui lieviti. Un rigore italiano. Sentito.

Un esempio di sicurezza in questo momento di incertezza. L’ottimismo è sale anche per questa ampia zona della regione. Sono infatti quasi 148 i comuni in cui è ammessa la produzione di questa bollicina che danza silenziosa - ma facendosi sentire sulla pelle - tra le altre denominazioni italiane dedicate al Metodo Classico.

Dopo questi anni di promesse ecco arrivare da parte del Consorzio un’iniziativa necessaria prima ancora che lodevole. La pandemia ha portato a guardarsi dentro, e per far respirare a cuore aperto la denominazione, e raccontarla nei bicchieri, si è reso necessario lo sviluppo di un dossier tecnico ossia un racconto completo dei produttori e delle diverse zone in cui si produce Alta Langa. Il territorio verrà mappato analizzando tutti i vigneti posti sopra i 250 metri s.l.m.

Non mancheranno poi approfondimenti storici, sui suoli, sull’impatto economico, sulla longevità, le tecniche di servizio, il gusto e gli abbinamenti. Che non per forza devono essere territoriali. L’Alta Langa è una bollicina che si accompagna perfettamente al sushi, a piatti etnici e a quelli a base di tartufo.

Il dosser è indirizzato alla denominazione prima ancora che al mercato.

E nel racconto di questa evoluzione è poi imprescindibile l’assaggio. Una fotografia odierna vede una linea comune tra le cuvèe d’assemblaggio che, come denominatore comune, hanno potenza, una freschezza piccante e una fragranza al palato a dir poco riempitiva e quasi sempre salmastra.

Ma è nelle versioni proposte con le singola varietà, chardonnay e pinot noir, che troviamo le sorprese vere: la personalità delle cantine. C’è eleganza, durezze ed estensioni nettamente più dedicate all’invecchiamento.

Le migliori espressioni in tal senso arrivano con l’Alta Langa Riserva Pas Dos Ettore Germano 2014, Alta Langa Riserva Zero Pas Dos Enrico Serafino, Alta Langa Blanc de Blancs Nature Cocchi, Alta Langa Marcalberto, Alta Langa Gancia 60 mesi, Alta Langa Pianbello, Alta Langa Blanc de Blancs Rizzi, Alta Langa Brandini, Alta Langa Blanc de Noir Casa E. Di Mirafiore.