Revì presenta Blasé. Giacomo Malfer: “Impreziosito dallo scorrere del tempo”
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A quattordici anni, aiutava il papà nei vigneti “Potatura e altri lavori che mi annoiavano, oltretutto a trenta gradi sotto il sole, non pensavo proprio che sarebbe stato il mio mondo. Così quando mio padre mi lasciò libero di scegliere, il mio percorso di studi fu tutto economico fino alla specializzazione e al master”.
Così Giacomo Malfer ricorda i primi approcci con i vigneti di famiglia in quel di Aldeno, nel cuore del Trento Doc.
Oggi la situazione è cambiata. Giacomo, trentun anni, è entrato in azienda una decina di anni fa. Ha lavorato con il padre e oggi, raggiunto anche dal fratello Stefano, sono i figli a guidare Revì, sempre supportati dalla visone paterna.
E’ Giacomo a raccontare con grande orgoglio l’ultimo nato in cantina: Blasé, un dosaggio zero nobilitato da 42 mesi di permanenza sui lieviti e 24 di affinamento in cantina dopo la sboccatura.
“Mio papà Paolo ebbe la prima intuizione già nei primi anni di attività, come testimonia un suo taccuino di cantina che conserviamo gelosamente e riporta con la data del 1983 la tipologia “Natur” divenuta Dosaggio Zero secondo la terminologia enologica italiana”.
“Già con i dosaggi zero della nostra linea classica, abbaino notato che dimenticandoli in cantina e riassaggiandoli anni dopo ci emozionavano dimostrando che il tempo è capace di unire passione e caratteristiche del territorio. Un punto in comune tra montagne e vino con la sua freschezza e sapidità che consente di trovare la struttura dello Chardonnay e del Pinot Nero delle nostre valli”.
Il nuovo Blasé vuole rimarcare il credo della famiglia Malfer nel Dosaggio Zero e nella matrice portante dei vini di Revì, tra freschezza, pulizia, eleganza e bevibilità, pienamente rappresentativi del territorio.
“Blasé è un dosaggio zero, cuvée di 75% Chardonnay e 25% Pinot Nero - spiega Malfer - con particolare selezione affinché evolva in maniera continua nel tempo, non solo nell’affinamento classico sui lieviti, dopo la presa di spuma, ma anche nell’affinamento post sboccatura”.
Una lavorazione essenziale, senza legno, solo acciaio, la “liquer de tirage” serve solo a tirare e non a dare profumi, pertanto la complessità deriva anche dai due anni che passa in cantina dopo la sboccatura, dove evolvono profumi terziari, note speziate e tostate e il vino vive e assume il proprio carattere e completa la propria complessa declinazione.
“Un vino - sottolinea Giacomo Malfer - indifferente allo scorrere del tempo, dal quale viene nobilitato, definendone freschezza e sapidità. Lo abbiamo chiamato Blasé che significa appunto indifferente”.
L’enologia contemporanea cerca giustamente complessità e declinazione completa delle caratteristiche vinicole, della capacità di utilizzare il tempo non come solo vettore di struttura, bensì come elemento che conserva la bevibilità.
“Parlo da produttore - chiosa Malfer - saper farsi bere è per un vino caratteristica fondamentale, tanto quanto farsi mangiare per un piatto gourmet”.
Inoltre Malfer sottolinea la necessità di dioffondere la conoscenza della produzione “Per trent’anni i nostri vini sono stati quasi di famiglia, prima di tutto il nostro vino, come piaceva farlo a mio padre, acidità equilibrata, solforosa bassa, salubrità. Senza alcuna necessità di scendere a compromessi con le tendenze, con le mode”.
Oggi la famiglia Malfer tiene dritta la barra indirizzata verso la crescita. “Puntiamo sullo sviluppo sia della cantina, oggi siamo intorno alle 80.000 bottiglie, che della parte agricola - afferma Malfer - con nuovi vigneti di Pinot Nero a 650 metri. Nei prossimi anni andremo anche a completare la gamma con due nuove uscite che stiamo seguendo negli assaggi per definire al meglio le caratteristiche. C’è ancora molto da fare per crescere, il nostro obiettivo è riuscirci grazie ad un confronto continuo, aperto e costruttivo”.