
L’antropologo Marino Niola, antropologo della contemporaneità, condirettore MedEatResearch, Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli, rivela che da sempre dove c’è birra c’è fermento e dove c’è fermento c’è convivialità… che è la base stessa della civiltà.
“Tutti noi abbiamo bisogno di credere in qualcosa: io credo che fra poco mi farò una birra”. Le parole di Homer Simpson rivelano, a modo loro, che la birra ha qualcosa di sacro che la accompagna da sempre. E la rende speciale, legandola a momenti di gioia, di festa, di condivisione. Non a caso gli antichi dei della birra erano anche dei dell’ospitalità. Come Radigost, venerato nell’Europa centrale, tra Germania, Polonia e Repubblica Ceca, il cui nome significa letteralmente “ospite lieto”. Ed era il protettore delle comunità, degli stranieri, dei viaggiatori, dei commercianti. Che, con le parole di oggi, definiremmo fattori di mobilità, di effervescenza, di scambio.
Ma anche Gambrinus, celeberrimo dio germanico, oltre che grande bevitore e mastro birraio di Carlo Magno, fu il fondatore del porto di Amburgo, il maggior centro di traffici dell’antico mondo germanico e scandinavo e ancora oggi tra i più animati scali mondiali. Oltre che patria dell’Hamburger Bier, rinomatissima in tutta Europa fra il Cinquecento e i Seicento per la sua eccellenza. Lo stesso dicasi per Aegir, il dio del mare dei Vichinghi e di altri popoli nordici, che era famoso per la sua ospitalità, ma anche per la magia dei suoi boccali, che si riempivano da soli. In altre parole, i suoi ospiti non restavano mai a bocca asciutta”.

Nel corso dei secoli la birra continua ad essere la bevanda sociale, legata a momenti di esaltazione rituale, ma anche un fattore di benessere quotidiano, di amicizia, di apertura all’altro. È per questo in fondo che viene considerata sacra. Perché bevendola insieme si celebra il legame sociale. Ecco perché, con la modernità, diventa la bevanda democratica, quella dei lavoratori, degli amici, dei compagni che condividono la fatica ma anche il riposo, lo svago, la festa.
Di solito viene considerata in antitesi rispetto al vino. O una sorta di esclusiva del mondo nordico. Ma in realtà il succo dei cereali è da sempre anche una bevanda mediterranea. E proprio il suo legame con grano, orzo, luppolo ne fa un elemento caratterizzante della Dieta Mediterranea.
Ai nostri giorni la birra si conferma un lievito della socialità, dello stare in compagnia, diventando protagonista dei nuovi riti della condivisione. Il brunch, l’aperitivo, la partita in tv.
E anche adesso che il legame sociale è in sofferenza a causa della pandemia, la birra conferma il suo valore conviviale. Nei mesi del lockdown gli italiani, non potendo guardarsi e toccarsi, lo facevano brindando affacciati ai balconi. O bevendo insieme ma in remoto.
In fondo una birretta a qualunque ora ci scrolla di dosso il peso dell’esistenza e ci rinfresca il gusto della vita.
Il focus, fotografato dalla ricerca Istituto Piepoli – Osservatorio Birra, è anche sulle curiosità e nuove tendenza della birra in Italia: chi sono i consumatori, quali le modalità e i riti dei consumi, i luoghi.

Se 1 italiano su 2 lega la birra al classico abbinamento con la pizza, per i giovani la birra è anche adatta per un pasto speciale con qualcuno o per un aperitivo. Mentre per 1 italiano su 3 non serve un’occasione speciale per acquistare una birra.
Negli ultimi mesi, la lontananza forzata da ristoranti pub e pizzerie ha dato al consumo di birra una dimensione domestica. 65% degli italiani ha spostato i consumi prevalentemente in casa, mentre il 35% (solo tra i 24-30 si arriva al 51%) continua a preferire il fuori casa.
Anche a casa, gli italiani hanno cercato di rendere la degustazione un’esperienza gratificante: in questi mesi 1 consumatore su 2 (52%) l’ha sempre servita fredda al punto giusto, mentre il partito di chi la versa nel bicchiere di vetro (29%) batte quanti la sorseggiano direttamente dalla bottiglia (10%).
La situazione di emergenza non ha frenato la curiosità verso questa bevanda, 2 consumatori su 3 (66%) gradirebbero essere guidati nella scelta delle birre, per imparare come degustarle e servirle. Mentre 1 su tre sostiene di essere già adeguatamente informato su stili e tipologie.
A proposito dei benefit che in futuro gradirebbero ricevere da un produttore di birra, gli italiani, soprattutto tra gli under 30, vorrebbero avere a disposizione i consigli di un esperto, reale o virtuale (27%), sui migliori abbinamenti birra-cibo. E, più in generale, corsi e webinar sulla cultura della birra.

Per 9 italiani su 10 Le birre sono adatte per un momento da condividere con gli amici e anche le consumatrici affermano che sono perfette per essere consumate a pasto
A proposito di socialità, per gli italiani l binomio birra/amici evoca soprattutto l’estate: con gli amici davanti a un barbecue o, più romanticamente, in compagnia al chiaro di luna in terrazza.