Da qui al 2032 il mercato della tecnologia per le smart city crescerà a un tasso annuo composito del 10,7% per raggiungere quota 301,2 miliardi di dollari. È la previsione di Guidehuse Insights, società di consulenza e di ricerca, che attribuisce questa forte crescita a tre ragioni fondamentali: l’accelerazione della transizione digitale, l’esperienza pandemica e il crescente impatto del cambiamento climatico.
“Le globali stanno amplificando questioni locali di lunga data relative alla qualità dei servizi pubblici, agli standard ambientali e alle disuguaglianze sociali”, sottolinea Eric Woods, direttore della ricerca presso Guidehouse Insights. “Allo stesso tempo la tecnologia sta trasformando il modo in cui le città funzionano e il modo in cui vengono vissute: soluzioni come i digital twins e l’analisi dei dati stanno portando le smart city in una nuova era, non più fatta solo di progetti sperimentali, ma anche di soluzioni strutturali su larga scala”.
Tra opportunità e nuovi problemi
Il rapporto evidenzia come le città stiano dimostrando un forte impegno per gli investimenti infrastrutturali, le tecnologie digitali e una maggiore sostenibilità, spesso supportate da finanziamenti dai governi statali. Queste ambizioni stimoleranno gli investimenti futuri nel mercato delle città intelligenti e accelereranno la digitalizzazione di molti servizi urbani.
Non solo nuove opportunità, ma anche problemi inediti. L’evoluzione in atto pone nuove questioni riguardanti la privacy, la sicurezza e la governance delle nuove tecnologie. Così il rapporto rileva anche che molte città hanno ancora una “lunga strada da percorrere” per sviluppare una capacità sufficiente per gestire le opportunità e le sfide presentate dalle nuove tecnologie.
Il settore a più rapida crescita negli anni a venire dovrebbe essere quello dei sistemi idrici intelligenti poiché l'impatto del cambiamento climatico costringe i governi e le utility ad affrontare i problemi infrastrutturali sottostanti.
Si prevede che nuovi modelli di finanziamento contribuiranno ad accelerare ulteriormente gli investimenti. Considerate le limitate risorse disponibili a livello locale, stanno prendendo corpo emissioni obbligazionarie legate a progetti sostenibili e partenariati pubblico-privato, sottolinea lo studio.
Le città più preparate ad accogliere il futuro
Di evoluzione dei trasporti si occupa anche l’Urban Mobility Readiness Index, redatto annualmente dell’Oliver Wyman Forum e dall’Università della California, Berkeley, che nell’edizione 2022 identifica 60 città in base a quanto sono preparate per i cambiamenti in atto nel campo della mobilità. Al primo posto c’è San Francisco, davanti a Stoccolma e a Helsinki, con Singapore ai piedi del podio, davanti a Zurigo. Milano si piazza al 31esimo posto, con Nairobi e Lagos che chiudono il ranking. Tra le voci considerate figurano: infrastrutture, impatto sociale, attrattiva del mercato, efficienza del sistema e innovazione.
L’indice è accompagnato da analisi sull’evoluzione della mobilità, con un focus sull’elettrico, per il quale l’outlook resta ampiamente positivo nonostante le incertezze recenti sul fronte delle immatricolazioni. Entro il 2026, sottolineano gli analisti, i veicoli con motore elettrico dovrebbero costare quanto quelli tradizionali e intanto comincia a decollare anche il mercato dell’usato.