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"Fiori di campo e terreni salvati dal degrado: così l'agricoltura preserva gli impollinatori"

"Fiori di campo e terreni salvati dal degrado: così l'agricoltura preserva gli impollinatori"

La cura del territorio parte dalle aziende. "Biodiversità e produttività sono i princìpi a cui l'agricoltura deve ispirarsi per essere sostenibile dal punto di vista ambientale, ma pure economico e sociale", dice Riccardo Vanelli, amministratore delegato di Syngenta Italia

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Campi, orti, frutteti. Dietro la meraviglia della campagna si nasconde il lavorio incessante di api, vespe, coccinelle, ragni e tutti quegli insetti che trasportano il polline e contribuiscono al funzionamento degli ecosistemi. Custodi della biodiversità minacciati dalla distruzione degli habitat, dall'inquinamento, dai cambiamenti climatici e dalle specie aliene invasive. Senza di loro, però, entrano in crisi l'agricoltura e l'intera catena alimentare. Perciò, vent'anni fa, è nato Operation Pollinator: il nome ricorda la missione di un agente segreto, ma si tratta del progetto promosso da Syngenta, colosso internazionale dell'agroindustria, per tutelare l'esistenza di questi esseri.

Riccardo Vanelli, ad di Syngenta Italia
Riccardo Vanelli, ad di Syngenta Italia 


Il progetto s'inserisce in una più ampia strategia di "cura del territorio" che l'azienda con sede centrale a Basilea ha rafforzato dal 2013, varando il suo piano per una crescita sana: The Good Growth Plan. "Biodiversità e produttività sono i princìpi a cui l'agricoltura deve ispirarsi per essere sostenibile dal punto di vista ambientale, ma pure economico e sociale - commenta Riccardo Vanelli, amministratore delegato di Syngenta Italia - bisogna ridurre il più possibile l'impatto che il settore ha sugli equilibri naturali e conciliare i suoi meccanismi con la salvaguardia di flora e fauna. Un impegno che vogliamo ribadire proprio per il 22 maggio, Giornata mondiale della Biodiversità".



Del resto, l'origine di almeno il 75% delle colture e il relativo indotto da 150 miliardi di euro l'anno dipendono dall'impollinazione. Ecco perché Operation Pollinator si basa sulla semina dei bordi campo con essenze o fiori ricchi di nettare e polline: per attirare gli insetti che se ne nutrono e ne diventano vettori inconsapevoli. Lì, poi, trovano cibo e rifugio anche piccoli mammiferi e uccelli. Ciascuno è utile per controllare la presenza dei parassiti e aumentare la fertilità dei suoli. Non solo. Recuperando e piantumando tali aree marginali si creano fasce che prevengono sia il ruscellamento (l'acqua piovana scivola sulla superficie del terreno e non penetra) sia l'erosione, oltre a proteggere le coltivazioni dagli animali selvatici e a rendere più bello il paesaggio.


Così, Syngenta ha aiutato a incrementare le popolazioni locali dei bombi di sei volte, delle farfalle di 12 volte e degli altri insetti di dieci. "Le buone pratiche - spiega Vanelli - si sono via via perfezionate e sviluppate grazie alla collaborazione con università ed enti di ricerca, nell'ottica di supportare gli agricoltori e dotarli degli strumenti necessari per potenziare redditività e, contemporaneamente, sostenibilità della loro attività. Attraverso le 366 iniziative organizzate in 41 Paesi nell'ambito del nostro piano, abbiamo migliorato la biodiversità di 8,2 milioni di ettari di terreni e superato in anticipo il risultato dei 5 milioni che ci eravamo prefissati per il 2020".

The Good Growth Plan prevede varie azioni incentrate su sicurezza alimentare, rispetto dell'ambiente e delle persone. Esempi? Ripristino dei terreni a rischio di degrado, maggiore efficienza delle colture principali senza ulteriore consumo di suolo, acqua, concimi o farmaci; ancora, formazione per i piccoli produttori ed eque condizioni di lavoro nella rete dei fornitori. Nei mesi scorsi, Syngenta ha deciso di rinnovare il programma con una seconda edizione di durata quinquennale: ha attivato 57 progetti, con l'obiettivo di portare benefici alla biodiversità di 3 milioni di ettari l'anno, e si sta concentrando sui metodi per arginare gli effetti dei fenomeni meteorologici estremi sempre più frequenti.

"L'agricoltura è intensiva - riprende Vanelli - nel senso che non può permettersi di rallentare o diminuire la produzione, perché dev'essere in grado di soddisfare le esigenze di sostentamento di una popolazione in continua espansione a livello globale. Allo stesso tempo, la salute e la disponibilità dei terreni è messa in pericolo dallo sfruttamento e dall'urbanizzazione, mentre le risorse idriche scarseggiano e le comunità rurali vivono spesso ai limiti della povertà. Allora è fondamentale innovare, digitalizzare, diffondere soluzioni ecocompatibili. Penso all'agricoltura di precisione, per distribuire senza sprechi i prodotti agricoli, o agli sforzi che stiamo attuando per dimezzare le emissioni di CO2 dei processi operativi entro il 2030".

Tra le soluzioni a cui si riferisce l'ad di Syngenta ci sono pure le tecniche di agricoltura rigenerativa, come la minima lavorazione che viene svolta soltanto superficialmente per mantenere intatte le qualità e la sostanza organica dei suoli. Oppure, il progetto Green Cover Crop: tra una coltivazione e l'altra si garantisce che il terreno abbia comunque una copertura vegetale, che non è destinata a generare reddito e serve a evitare l'impoverimento, l'erosione, la contaminazione delle acque e il proliferare degli infestanti.

"Occorre promuovere una cultura della responsabilità lungo la filiera - conclude Vanelli - i consumatori, soprattutto giovani, sono più informati e premiano con le loro scelte d'acquisto chi è più attento al futuro del pianeta; le imprese devono adeguarsi di conseguenza e, a monte, devono farlo gli agricoltori. In questo, noi siamo al loro fianco. Insieme, e grazie anche ai finanziamenti pubblici, si può affrontare e vincere la sfida. Le istituzioni, dal canto loro, sono più sensibili al tema della sostenibilità; la discussione sulla nuova politica agricola europea lo dimostra e sono certo che andrà nella direzione di difendere la biodiversità".