Agricoltura e fotovoltaico, un binomio sempre più stretto nell'ottica della sostenibilità, con l'obiettivo di produrre energia senza consumo di suolo, anzi incrementando la resa delle culture e limitando l'uso delle risorse idriche. Per le imprese agricole che decideranno di installare impianti destinati a coniugare produzione agricola e solare arrivano nuove opportunità di finanziamento nell'ambito di un bando ad hoc del ministero dell'Ambiente per l'agricoltaico avanzato. Per l'apertura alle domande è atteso il via libera dalla Ue sul decreto ministeriale. A disposizione complessivamente un miliardo e cento milioni di euro per impianti da realizzare entro il 2026.
Gli obiettivi
Il decreto prevede un contributo a fondo perduto del 40% a rimborso dei costi e una tariffa incentivante a valere sulla quota di energia elettrica prodotta e immessa in rete. L'implementazione di sistemi ibridi agricoltura-produzione di energia, che non compromettano l'utilizzo dei terreni dedicati all'agricoltura, è prevista nel PNRR e l'obiettivo dell'investimento complessivo da 1,10 miliardi di euro è quello di installare a regime una capacità produttiva da impianti agrivoltaici di 1,04 GW, che produrrebbe circa 1.300 GWh annui, con riduzione delle emissioni di gas serra stimabile in circa 0,6 milioni di tonnellate di CO2. Si stima anche un risparmio del 20% dell'uso delle risorse idriche.
Le caratteristiche degli impianti
Rientrano nell'ambito di intervento del bando esclusivamente le installazioni di sistemi integrati di produzione di energia solare e agricola progettati e realizzati in modo da adottare una configurazione spaziale ed opportune scelte tecnologiche e valorizzare il potenziale produttivo di entrambi i sottosistemi. Per rientrare nella definizione di agrivoltaico avanzato gli impianti debbono prevedere moduli elevati da terra che consentano la continuità con l'attività agricola, eventualmente anche rotanti ossia dotati di un sistema di inseguimento del sole, in modo da garantire il passaggio della luce e il processo di fotosintesi necessario alle piantagioni, ma anche la massima resa dell'impianto. Per rientrare nel bando la superficie minima destinata all'attività agricola deve essere pari ad almeno al 70% del terreno mentre la superficie coperta dai moduli solari non può superare il 40% del totale.
Altra caratteristica di questi impianti è la presenza, obbligatoria, di sistemi di monitoraggio abbinati, necessari per verificare l'impatto sulle colture, il risparmio idrico, la produttività, il recupero della fertilità del suolo, il microclima, la resilienza ai cambiamenti climatici.

Imprese singole e associazioni temporanee
Il bando prevede incentivi per due distinti contingenti di potenza. Il primo contingente di 300 MW è destinato al solo comparto agricolo per impianti fino a 1 MW. Il secondo è invece aperto alle associazioni temporanee di imprese di qualunque comparto produttivo, purché nel raggruppamento sia presente almeno un soggetto del comparto agricolo. In questo secondo caso è possibile realizzare impianti di qualunque potenza, sempre nel rispetto delle caratteristiche di base delle installazioni e del mantenimento della produzione agricola delle imprese che fanno parte dell'associazione.
Agevolazione anche per le battere di accumulo
Sono ammesse al finanziamento tutte le spese a partire da quelle di progettazione, oltre che per la messa in attività dell'impianto e tutte le attività collegate, compresa la connessione alla rete elettrica, collaudi tecnici, consulenze e supporto amministrativo. Rientrano tra le voci finanziabili anche quelle per l'installazione dei sistemi di accumulo. A gestire l'intera misura e l'accesso al meccanismo incentivante è stato delegato il Gestore Servizi Energetici (GSE).