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Dai funghi il polistirolo naturale per un imballaggio ecologico

Dai funghi il polistirolo naturale per un imballaggio ecologico
Il nuovo materiale sperimentato dalla startup italiana Smush è ignifugo, compostabile, leggero, fonoassorbente, idrofobo e può essere usato per realizzare confezioni 100% naturali e biodegradabili
3 minuti di lettura

Se domani le confezioni in polistirolo verranno sostituite con un materiale 100% naturale e biodegradabile a base di funghi lo dovremo alla biomimetica e al contributo di startup come l'italiana Smush. Ovviamente non bisogna aspettarsi un intreccio di porcini a mo' di vaschetta, bensì qualcosa che alla vista ricorda un polimero espanso bianco. Quindi di fatto un materiale ideale per il packaging: facile da modellare in stampi, abbastanza leggero e soprattutto compatibile con l'ambiente.


Il progetto si deve a Luca Ficarelli e Marco Lenzi, due giovani neo-laureati in Ingegneria Biomedica presso il Politecnico di Milano. Per altro vincitori della XIII edizione di Switch2Product, l'innovation challenge di PoliHub, che per stessa ammissione di Ficarelli ha permesso al lavoro svolto dal 2017 di trasformarsi in un prodotto (quasi) pronto per il mercato.

Smush, che sta per Smart Mushrooms (trad. funghi intelligenti), è germogliata come idea durante il periodo universitario. Quando è stato chiesto di immaginare un trasferimento di processi biologici dalla dimensione naturale a quella artificiale - biomimetica appunto - il pensiero è corso immediatamente al cosiddetto micelio, la radice dei funghi che si trova sotto la superficie dei terreni boscosi.

"Bisogna immaginare una rete enorme, vastissima, che va a inglobare la natura sottostante. Questa rete è il micelio, uno degli organismi più grandi del mondo. Dal micelio si generano i funghi, che poi producono spore da cui nasce nuovamente il micelio. È un ciclo", ci spiega Luca Ficarelli. Paul Stamets, il luminare della micologia mondiale, lo chiama "internet della natura" perché si tratta di un organismo capace di interfacciare ecosistemi diversi e quindi favorire ad esempio il nutrimento di una pianta rispetto a un'altra in relazione ai parametri ambientali. Sulla falsariga di quella affascinante iperbole narrativa che emerge nel film Avatar, dove ogni essere vivente del pianeta Pandora è in relazione. 

"Non ci siamo spostati da quella natura, ma abbiamo pensato di impiegarla. O meglio impiegare la capacità del micelio di crescere grazie alla natura morta del bosco e trasformarsi", ha aggiunto Ficarelli. Il risultato è un materiale che nasce dagli scarti agricoli industriali o della trasformazione alimentare, quindi da quei sottoprodotti che oggi per le aziende sono solo un costo di smaltimento.

D'altronde, come spiega Marco Lenzi, "i funghi sono considerati gli spazzini della natura, rinnovano la fertilità del terreno. Il micelio ha sempre bisogno di un substrato di crescita, qualcosa da mangiare per portare avanti la specie e noi gli serviamo questi scarti. Se ne nutre e li sostituisce con la propria struttura".


Completata la colonizzazione del substrato, che può essere fatta di fondo di caffè, la lolla del riso o altri elementi vegetali, viene interrotta la capacità del micelio di replicarsi. Il mantenimento di questa fase primordiale è fondamentale perché sennò si rischierebbe di ottenere veri e propri funghi. "A noi interessa che si arrivi al punto che questa rete bianca di micelio avvolga tutto. Poi lo mettiamo in uno stampo e dopo circa 8 giorni otteniamo il materiale bianco finale", sottolinea Ficarelli.

Le qualità dello Smush

Il "polistirolo naturale" di Smush è il risultato di un'ampia sperimentazione che ha riguardato non solo test sui migliori mix di materiali di scarto ma anche la ricerca del micelio ideale fra quelli disponibili in Italia. "Non siamo l'unica realtà al mondo ad aver pensato al micelio per il packaging, ma siamo convinti di aver migliorato alcuni aspetti e soprattutto questo approccio ha senso se si attua una strategia circolare, quindi con fornitori di scarti limitrofi ", ammette Ficarelli.

I due ricercatori riconoscono una somiglianza con il polistirolo per quanto riguarda la capacità di prendere forma e mantenerla, ma i vantaggi del micelio sono nettamente superiori. Prima di tutto ha ottime caratteristiche di resistenza al fuoco, in pratica è ignifugo e la fiamma non divampa. E in secondo luogo ha una densità di 100 kg per metro cubo quindi a metà strada tra il polistirolo (18-80 kg/m3) e i materiali naturali come polpa di cellulosa e cartone. "A parità di volume abbiamo prestazioni migliori rispetto alle altre alternative naturali. È anche idrofobo e le sue ottime caratteristiche fonoassorbenti lo rendono ideale anche nel campo acustico", sostiene Lenzi.


Inizialmente si erano manifestati problemi di sgradevolezza d'odore, anche perché si tratta pur sempre di una degenerazione di materiali organici, ma questo aspetto è stato risolto. "Oggi sembra di sentire quell'odore di legno che c'è nell'area falegnameria del Brico Center", puntualizza Ficarelli.

 

Un altro punto di forza è che è compostabile quindi può essere buttato nell'organico, ma anche volendo fatto a pezzi e interrato oppure messo dentro i vasi delle piante poiché può agire da fertilizzante. "Dovesse mai finire in mare si degraderebbe velocemente poiché la componente zuccherina del micelio sarebbe mangiata dagli organismi viventi presenti e quella lignea avrebbe la stessa sorte di un ramo", aggiunge Lenzi. Al contrario i polimeri espansi (derivati dal petrolio), secondo Legambiente, sono fra i principali responsabili della diffusione di microplastiche nel mare e quindi soggetti a future limitazioni nello Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030 dell'Onu.


Diverse aziende stanno quindi iniziando a correre ai ripari sperimentando nuovi materiali per il confezionamento; il micelio si candida a diventare una possibile opzione. "Per ora siamo ancora in una fase di dialogo o collaborazione con diverse aziende ma la prospettiva è di iniziare a produrre in volumi dal 2023. In questa fase possiamo assicurare pochi centinaia di pezzi in un mese e quindi soprattutto confezioni per serie limitate, capsule collection. Abbiamo contatti infatti con il mondo del design, lusso, cosmetica, vetreria e vino", concludono i due ricercatori. "Lo sviluppo però continua perché vogliamo rendere la produzione ancora più sostenibile".