Temperatura invernale fissata a 19 gradi, temperatura estiva regolata sui 27. Dal primo maggio sono queste le indicazioni per gli edifici della Pubblica amministrazione.
La norma è contenuta nel cosiddetto Decreto Bollette (Legge 27 aprile 2022, n. 34), ed è entrata in vigore lo scorso 29 aprile con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
La legge, accanto a disposizioni volte a contenere i costi di gas ed elettricità, semplificare le regole per le rinnovabili, rilanciare le politiche industriali, prevede la limitazione del riscaldamento invernale e del condizionamento estivo per risparmiare energia e dunque ridurre la dipendenza dell’Italia dal gas russo.
Lo scopo del provvedimento
Come ha detto a Repubblica il ministro della Transizione ecologia Roberto Cingolani “sono state fatte simulazioni, secondo cui abbassando di un grado i termostati in tutti gli edifici si potrebbe fare a meno di 2 miliardi di metri cubi di gas all’anno”. Difficile applicare subito questa misura alle abitazioni e agli uffici privati, anche se un eventuale chiusura dei rubinetti del gas da parte di Mosca la renderebbe praticamente indispensabile.
Nel frattempo si è deciso di procedere con gli uffici della Pubblica amministrazione, con l’eccezione di ospedali, case di cura e cliniche. Nessuna protesta, forse perché siamo in primavera: il freddo invernale è ormai un ricordo e la canicola estiva deve ancora arrivare. Ma i 27 gradi su cui dovranno essere tarati i condizionatori potrebbero innescare non pochi malumori a luglio e agosto tra i dipendenti pubblici e i cittadini che frequenteranno gli uffici.
Due gradi di tolleranza
Ci sono i due gradi di tolleranza, è vero. Ma non vanno interpretati come una autorizzazione a sforare: il termostato dovrà essere posizionato sui 27 gradi. Se poi nel corso di un controllo la temperatura effettiva dovesse risultare pari a 25 non scatterà alcuna sanzione, perché verrà considerato un errore tecnico del termostato (un po’ come quando viene concessa una tolleranza del 10% rispetto ai limiti di velocità in autostrada per tener conto delle eventuali imprecisioni del tachimetro).
Lo stesso vale per i termosifoni d’inverno: 19 gradi, con una tolleranza di due. Niente multa se la temperatura effettiva arriva a 21.
I comuni che hanno abbassato i termosifoni per far fronte alla crisi energetica (in aggiornamento)
Le sanzioni
Se invece negli edifici pubblici si sarà cercato di stare più freschi o più caldi del consentito, scatteranno le multe: dai 500 euro ai 3mila euro.
Chi esegue i controlli
Il vero problema è a chi affidare le verifiche su migliaia di edifici ed uffici pubblici disseminati per l’Italia. Problema che pare abbia scoraggiato il legislatore, almeno in questa fase, dall’estendere la norma anche a uffici e abitazioni private.
La durata
Come detto, il provvedimento è una misura volta a ridurre la dipendenza dal gas russo ed è quindi di natura temporanea: entrato in vigore il primo maggio scorso, lo resterà fino al 31 marzo dell’anno prossimo.