Nella splendida terra di Puglia la battaglia più grande per una rivoluzione verde è quella di riuscire a "cambiare le teste". Trovare il modo per spronare le persone a prendersi cura davvero di tutto quel che offre un territorio ricco di sole, vento, biodiversità e storia, senza più sfruttarlo. Marco Modugno, 19 anni, attivista di Fridays For Future Bari e studente al primo anno di Giurisprudenza, è convinto che a partire dai giovani questo cambiamento sia ancora possibile.
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"Quando ero piccolo guardavo insieme ai miei genitori i talk politici, trasmissioni come Ballarò, Presa Diretta e altre. Ho iniziato così ad appassionarmi al tema dell'inazione politica, anche quella ambientale, e immaginare come al contrario sarebbe stato l'agire in maniera efficace. Andando avanti ho capito quello che volevo: stimolare al cambiamento. Così con una mia amica del liceo abbiamo deciso di unirci ai Fridays For Future per provare a far accrescere il dibattito sulle tematiche ecologiche, ma all'inizio in pochi ci ascoltavano. Poi, dopo i primi scioperi per il clima e una serie di impressionanti incendi che d'estate bruciarono l'Amazzonia, al ritorno a scuola in molti cominciarono a essere preoccupati, a unirsi a noi. È stato un primo segnale importante".
Adesso che il movimento è cresciuto, in vista del grande sciopero del clima globale del 25 marzo, Fridays For Future Bari spera di riuscire a convincere sempre più persone a unirsi nella lotta al riscaldamento globale e a contrastare quella "inazione" di cui parla Modugno.
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Lo scopo sarà anche quello di trattare tematiche locali. Per Modugno è fondamentale che il cambiamento anche nel capoluogo pugliese passi attraverso le aule scolastiche, quelle dove quando può va a parlare: "Bisogna stimolare l'educazione ambientale fra gli studenti, ma soprattutto speriamo di aprire un canale di comunicazione con l'amministrazione locale. Per il primo punto servirebbe una formazione di qualità, a livello ministeriale, per i docenti che insegnano agli studenti cosa comporta la crisi climatica. Per il secondo è necessario un confronto sui punti di sofferenza della città, come il consumo di suolo, i rifiuti e una mobilità da rivedere".
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