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L'idea della Spagna per tenere gli incendi sotto controllo: far tornare i bisonti

L'idea della Spagna per tenere gli incendi sotto controllo: far tornare i bisonti
Aprono varchi, puliscono le foreste e pascolando fanno ricrescere l'erba e aiutano la biodiversità. Nella penisola Iberica un progetto mira a rilanciare questi animali un tempo presenti come "vigili del fuoco" e protagonisti dell'ecoturismo
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In Spagna c'è una grande squadra di vigili del fuoco davvero particolare: ogni pompiere ha le corna, una folta pelliccia e può pesare persino oltre mille chili. Non avranno la capacità di spegnere il fuoco con l'acqua, i bisonti, ma possono davvero fare tanto per evitare gli incendi. Una scommessa in cui credono diverse persone impegnate in un nuovo progetto, guidato dal veterinario Fernando Morán, capo del Centro Europeo del bisonte in Spagna, che mira a reintrodurre l'animale dopo oltre 10mila anni in certe zone del Paese dove potrebbe diventare un alleato naturale della prevenzione agli incendi e allo stesso tempo del recupero della biodiversità.

 
Dopo l'era glaciale il bisonte, che un tempo era presente in quella che oggi è l'Europa, scomparve, resistendo in poche zone, come la Spagna. Nei millenni si estinse anche dalla Penisola iberica ma ora nuovi progetti di conservazione puntano a farlo tornare, come sta avvenendo in alcune fattorie e zone dell'Andalusia, dove il bisonte europeo (Bison Bonasus) è stato recentemente reintrodotto. Una sfida che potrebbe, sostengono oggi gli esperti, avere effetti molto positivi per l'ambiente. Il bisonte è infatti un vigile del fuoco naturale: apre varchi nel bosco e fa entrare la luce, mangia un sacco di vegetazione, vaga e disperde escrementi carichi di semi, e ripete questo ciclo in continuazione. Così facendo, contribuisce non solo ad aumentare la biodiversità, ma anche a rinnovare quegli ambienti che ogni anno, soprattutto in estate, diventano territori di pericolosissimi incendi sempre più difficili da arginare anche visto l'aumento delle temperature legate alla crisi climatica in corso.
 
Dal 2009 Morán e la sua squadra stanno spingendo per la reintroduzione del bisonte in Andalusia e altre zone. Presto nuovi allevamenti sorgeranno per esempio anche a Cordoba. Al momento ci sono 35 centri d'allevamento in Spagna e circa 150 bisonti, con una cinquantina nati nell'ultimo periodo. Con un calo del pascolo di pecore e ovini, i bisonti vagano per migliaia di ettari aiutando a preservare gli ecosistemi. Il più grande mammifero terrestre selvatico d'Europa, che arriva anche a oltre mille chili, esattamente come avviene in Polonia, vaga e si prende cura di boschi e montagne e nonostante la sua mole, ricorda Morán, "non è aggressivo", ed è "l'ideale per ripristinare i processi naturali nelle zone rurali abbandonate. Fornisce biodiversità immediata. Apre spazi in aree chiuse di foresta e fa entrare la luce", ricorda l'esperto, diminuendo così "la biomassa e il carico di quello che potrebbe essere carburante per incendi boschivi". In sostanza, è "un decespugliatore vivente".
 
Il 30% di quel che mangia ogni giorno è fibra di legno, il 70% è erba. In Andalusia la sua reintroduzione ha già dato frutti: l'erba è germogliata di nuovo nelle grandi aree del pascolo e gli incendi sono calati. L'azione del grande bisonte, oltretutto, pone rimedio a un fenomeno sociale che si sta verificando in Italia come in Spagna, l'abbandono delle montagne. Senza più allevatori e contadini, senza mandrie di animali al pascolo che mangiano e governano gli equilibri degli ecosistemi, non ci sono animali che facciano il lavoro che si faceva prima.
 
 
"Le specie più piccole (come caprioli o cervi, ndr) non bastano più", per questo il bisonte potrebbe dare una grande mano. Inoltre, spiegano gli esperti, sono animali che potrebbero contribuire ad accrescere l'ecoturismo. Morán e il suo team in futuro sperano di vedere pascolare in Spagna, come "vigili del fuoco" pronti a tenere tutto sotto controllo, oltre 1000 bisonti, ma per farlo serve "una spinta del governo". Potrebbero aiutare, sono convinti gli esperti, a contenere per esempio incendi che negli ultimi dieci anni nella penisola Iberica hanno distrutto quasi 750mila ettari di foresta.
 
Inoltre, ricorda Morán, questi animali sono anche economicamente vantaggiosi: lo stesso disboscamento naturale che compiono gratuitamente, se fosse fatto dall'uomo costerebbe tremila euro ad ettaro. Per poter davvero credere nel futuro ruolo dei bisonti servono però fondi che al momento non sono disponibili essendo questi animali fuori da forme di finanziamento come quelle per esempio per animali in via di estinzione. Il veterinario spera così che il governo spagnolo, così come accade in Polonia e Romania, approvi e sostenga programmi per il ripopolamento dei bisonti in Spagna. Al momento, tutti i bisonti spagnoli si trovano in terreni privati e spazi di parchi nazionali ed è ancora illegale rilasciare l'animale in natura in zone non concordate, dato che non è riconosciuto come specie autoctona. Nel frattempo continueremo a incoraggiare e aiutare i proprietari terrieri a sviluppare un progetto con i bisonti perché fa bene alla terra, fa anche risparmiare denaro, e apre le porte all'ecoturismo" chiosa Morán.