Il polpo immobilizza il pesce scorpione, dapprima avvolgendolo con due tentacoli e poi, dopo averlo interamente coperto con le sue "braccia", trascinandolo verso un anfratto, impedendo ogni tentativo di fuga. L'epilogo è drammatico: nel mare dell'isola di Cipro un'appassionata di subacquea, Maria Shokouros-Oskarsson, documenta un episodio che la comunità scientifica considera eccezionale.
Il polpo predatore: la lotta con il pesce scorpione
Una specie autoctona del Mediterraneo, l'Octopus vulgaris, aggredisce e preda una delle più temibili specie aliene, Pterois miles, il pesce scorpione, che sin qui - complice il potentissimo veleno secreto dalle ghiandole sul dorso, collegate agli aculei della pinna dorsale - sembrava non avere ostacoli alla sua diffusione esponenziale nell'area orientale del Mare Nostrum. Una diffusione sui cui effetti deleteri per gli ecosistemi gli esperti concordano, da sempre. Ed è per questo che lo straordinario video girato lungo le coste dell'isola del Mediterraneo orientale ha alimentato il dibattito, suggerendo il sospetto che possa trattarsi di un comportamento nuovo e promettente, certo non ancora documentato: la resistenza di una delle specie simbolo del nostro mare, ancorché attraverso un esemplare di dimensioni particolarmente considerevoli, all'invasione di una specie non indigena, una delle circa mille (insieme, tra gli altri, al pesce palla maculato, al pesce coniglio e al pesce flauto del Mar Rosso) che costituiscono una sfida senza precedenti per la biodiversità del Mediterraneo.
Tanto basta per ispirare un articolo scientifico, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Journal of Marine Science and Engineering" da un team internazionale di ricercatori, coordinato da Fabio Crocetta (Dipartimento di Ecologia Marina Integrata della Stazione Zoologica Anton Dohrn) e composto da Valentina Tanduo e Riccardo Virgili (Stazione Zoologica Anton Dohrn), Maria Shokouros-Oskarsson, Nikolaos Doumpas e Ioannis Giovos (iSea, Environmental Organization for the Preservation of the AquaticEcosystems, Salonicco), Stefanos Kalogirou (Hellenic Centre for Marine Research, Rodi), Joachim Langeneck (Dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa), Francesco Tiralongo (Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali dell'Università di Catania) e Periklis Kleitou (School of Biological and Marine Sciences, Università di Plymouth).
"La rapida espansione del pesce scorpione - spiega il biologo marino Fabio Crocetta - è motivo di preoccupazione per la comunità scientifica. Originario dell'Oceano Indiano, e abbondante nel Mar Rosso, è stato segnalato per la prima volta in Mediterraneo nel 1991. Il successo della sua invasione, che ha toccato anche i mari italiani, va ricercato nei suoi tratti biologici: matura in meno di un anno, è difficile da pescare e soprattutto si protegge da potenziali predatori con i suoi aculei fortemente velenosi. Inoltre, questa è una specie distruttiva e vorace, che fa strage di piccoli pesci, crostacei, molluschi ed in generale di fauna nativa".