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Il gps per salvare gli orsi polari. "Così possiamo aiutare le femmine con i loro cuccioli"

(foto: Jon Aars / Norsk Polarinstitutt)
(foto: Jon Aars / Norsk Polarinstitutt) 
Il monitoraggio del Norwegian Polar Institute per la conservazione della specie nelle isole Svalbard, popolata da circa 300 dei 26 mila esemplari rimasti. "Riuscire a localizzare un'orsa incinta è fondamentale per tentare di salvare la specie"
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BERLINO – Gli orsi polari sono come è noto una specie ad alto rischio estinzione, soprattutto a causa di riscaldamento climatico e scioglimento dei ghiacci artici che strappano loro territorio e nutrimento. Si calcola che ne restino appena 26 mila e, secondo gli esperti, la specie rischia la scomparsa entro il 2100. Per tentare di salvarli il Norwegian Polar Institute invia i suoi commandos naturalisti nelle isole Svalbard, dove vive gran parte degli orsi bianchi, cerca esemplari femmina, li addormenta e installa sul loro corpo un sensore-trasmettitore. Grazie al gps, il responsabile del progetto, Jon Aars, riesce a localizzarli da Oslo. Localizzare le femmine di orso polare, presumibilente con i cuccioli, è indispensabile per controllare se sono in pericolo di finire alla deriva su una lastra di ghiaccio in mare, oppure se si trovano una zona con abbastanza foche e pesce per nutrirsi. E, se necessario, partono per le Svalbard missioni di salvataggio d'emergenza per questi maestosi e sempre più rari plantigradi.

Aars riceve e controlla ogni mattina i segnali che riceve dai sensori installati sugli orsi. "E' un bel modo di cominciare la giornata", ha detto alla Cnn. Ogni mattina, il trasmettitore invia a Jon Aars e ai suoi collaboratori un segnale con il riassunto delle ultime 24 ore trascorse dall'orsa, così si riesce a sapere dove è stata e se ha mangiato e nutrito i piccoli a sufficienza.

(foto: Norsk Polarinstitutt)
(foto: Norsk Polarinstitutt) 

"Dei 26 mila orsi bianchi in totale, almeno 300 vivono sulle Svalbard, se volate sulle isole è sicuro vederne”, spiega Aars. Ogni anno, il team dell'istituto norvegese cattura per pochi minuti, sparando il narcotico, una settantina di orsi polari, li dota di sensore gps e li segue giorno per giorno. "I dati sui loro spostamenti", - prosegue Jon Aars -"sono importantissimi per capire come reagiscono ai problemi causati loro dal cambiamento climatico”. Lo scioglimento dei ghiacci riduce il numero delle foche (nutrimento preferito degli orsi) e li spinge verso Nord e sulla terraferma a cercare altre prede, come renne o uccelli e le loro uova.

La stessa tecnologia (il Bearadar) viene impiegato anche in Canada per monitorare la popolazione degli orsi polari lungo la Baia di Hudson. Il team norvegese, oltre a seguire gli animali tramite gps, periodicamente va sul posto a visitarli: li pesa, controlla le loro condizioni di salute. E sempre grazie ai sensori, viene controllata la temperatura corporea che indica tra l'altro se un'orsa è incinta. E' importante sapere dove si trova per la sua sopravvivenza. Con troppo ghiaccio ridotto a piccole lastre alla deriva, le orse nuotano fino a 200 chilometri per raggiungere le isole e cercare un posto sicuro per partorire. Temperatura e localizzazione di un'orsa incinta, trasmesse a distanza, sono informazioni preziose per tentare di salvare la specie.