In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Spazio, i 45 anni dell'Esa e la 'lezione americana'. Nespoli: "Ritrovare lo spirito pionieristico"

In una lettera in occasione del compleanno dell'ente, l'astronauta italiano augura all'Agenzia spaziale europea di ritrovare la voglia di "espandere le nostre frontiere" passata in secondo piano rispetto a obiettivi "più comodi" e "interessi nazionali e industriali"

4 minuti di lettura
L'Esa, l'Agenzia spaziale europea, nasceva 45 anni fa. In una unione europea che ancora si chiamava Cee. L'atto di fondazione fu firmato il 30 maggio 1975 a Parigi. Dieci Paesi del "vecchio continente" crearono un ente unico in nome della ricerca, della scienza, dell'esplorazione. Della curiosità. Fu una visione da pionieri, che ha portato l'Europa lontano. Che col tempo però si è un po' persa, secondo l'astronauta italiano Paolo Nespoli, che scrive una lettera di auguri all'Esa con l'invito, lo sprone, a ritrovare il coraggio degli esordi diventato secondario rispetto agli "interessi nazionali e industriali".
 

In nuce, era l'idea di due grandi scienziati: l'italiano Edoardo Amaldi (uno dei "ragazzi di via Panisperna") e il francese Pierre Victor Auger: "I due fisici, che credevano fortemente nella necessità di unire capacità, risorse e interessi scientifici delle varie nazioni europee, agli inizi degli anni 50 furono strumentali nella fondazione del Consiglio europeo per la ricerca nucleare (Cern). Nel decennio successivo avevano diretto le loro attenzioni allo spazio incalzando la creazione di un'organizzazione europea che potesse tenere il passo delle due superpotenze che allora si spartivano il settore: l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti" scrive Nespoli sul suo blog.
 

Oggi, 45 anni fa, fortemente voluta da due scienziati eminenti come Edoardo Amaldi e Pierre Victor Auger, nasceva l’ESA,...

Pubblicato da Paolo Nespoli su Venerdì 29 maggio 2020

I due blocchi si sfidavano anche sul piano militare, mentre nell'atto di fondazione dell'Agenzia spaziale europea, per quattro volte, è ribadita nel testo l'espressione "exclusively peaceful purposes", l'Agenzia spaziale europea può operare solo per scopi pacifici. Tra le premesse, la constatazione che "la grandezza delle risorse umane, tecniche e finanziarie necessarie per le attività nel settore spaziale è tale che queste risorse rimangono al di fuori dei mezzi di ogni singolo Paese europeo". Nessuno possedeva permettersi di investire quanto Usa e Urss. Così Belgio, Germania, Danimarca, Francia, Regno Unito, Italia, Olanda, Svezia, Svizzera e Spagna siglarono la nascita della European space agency.
 

L'Europa nello spazio

In 45 anni, l'Esa è diventata una potenza dell'esplorazione spaziale e ha dato stimolo a un settore, quello della new space economy, che in questi ultimi anni ha visto una crescita senza precedenti. Con lei l'Europa è arrivata lontano. Nel 1986 Giotto ha sbirciato nella chioma della cometa di Halley e ne ha osservato il nucleo, 30 anni dopo, Rosetta ronzava attorno a un'altra cometa e il suo piccolo lander ci atterrava sopra. Siamo arrivati attorno a Venere, ora diretti verso Mercurio in sella a Bepicolombo. Anche Solar orbiter è in viaggio, verso la nostra stella.
 
Un veicolo dell'Esa è, tutt'ora, il mezzo che ha effettuato l'atterraggio morbido più lontano: era la sonda Huygens che si è posata sul suolo della luna di Saturno, Titano, nel 2005, dandoci la possibilità di ammirare il panorama in discesa su un mondo alieno. Mentre Cassini, la sua sonda madre, frutto della collaborazione di Esa con la Nasa e l'Agenzia spaziale italiana, girava attorno al Signore degli anelli, rendendoci partecipi per 20 anni, di scoperte scientifiche straordinarie.
 
L'Esa, con Mars Express e il Tgo della missione Exomars, è da anni in orbita attorno a Marte. Per vedere un rover europeo scarrozzare sul Pianeta rosso dovremo però attendere il 2022-2023. Mentre per la Luna ci si sta attrezzando. In tandem con la Nasa, per il Gateway e come fornitrice del modulo di servizio della capsula che farà allunare i prossimi pionieri americani.
 

L'Europa attorno alla Terra

In orbita attorno alla Terra ci sono decine di satelliti del Vecchio continente. Una parte sono telescopi e sonde scientifiche che scrutano il cosmo per svelarne i segreti, uno di questi è Hubble. Altri osservano noi. Sono i guardiani del nostro Pianeta. Ci permettono di tenere d'occhio gli effetti dei cambiamenti climatici, prevenirne le conseguenze, agire in caso di emergenze e tenere sotto controllo le nostre infrastrutture. In questo settore l'Europa è più avanti di tutti grazie alle Sentinelle e alla costellazione Copernicus. I dati servono non solo alla scienza. Daranno vita a un mercato dei servizi che aziende e privati potranno sfruttare senza limiti. Con una costellazione satellitare di geoposizionamento, Galileo, ci si è portati in pari con Usa (Gps) e Russia (Glonass).
 
La bellezza della scienza e dello sviluppo tecnologico non sono fini a sé stessi. Tutto questo ha generato ricchezza. Ogni missione, ogni lancio, ogni nuovo strumento e tecnica sono commesse per le aziende di ogni Paese, knowhow che potranno rivendere e che in alcuni settori ha creato eccellenze alle quali fanno riferimento anche la Nasa e altre agenzie spaziali. Strumenti che volano, vanno su Marte, in futuro verso Giove e gli asteroidi. Una leva finanziaria per contribuire allo sviluppo europeo che negli anni si è fatta sempre più importante. Tuttavia, siamo ancora un passo indietro rispetto a chi il futuro lo ha già costruito: "Lo spazio, tutt'altro che comodo, è proprio tensione al miglioramento: è frontiera e avanguardia, è quello che ancora non sappiamo ma vogliamo fare, è la misura delle nostre capacità e della nostra determinazione" scrive Nespoli.
 
Sono oltre 40 le missioni di astronauti Esa dall'inizio degli anni '80 a bordo dello Shuttle, della Soyuz e della Mir e della Stazione spaziale internazionale grazie alla collaborazione con la Nasa. L'Esa ha messo la firma su un bel pezzo della stessa Iss, tre dei moduli che la compongono sono stati costruiti da Thales Alenia space a Torino, così come la cupola panoramica. E nell'equipaggio che sbarcherà sulla Luna, nei prossimi anni, potrebbe esserci anche uno dei nostri connazionali. Che voleranno presto, di nuovo. Attualmente in attività sono Samantha Cristoforetti, Luca Parmitano e Roberto Vittori.
 

"Ritrovare ambizione e spirito pionieristico"

Ma tutto questo non basta: "All'Esa, in questi anni, la sfida all'ignoto è via via diventata secondaria rispetto alla necessità di soddisfare e comporre specifici interessi nazionali e industriali. Nel tempo, obbiettivi meno ambiziosi e più comodi hanno sopravanzato le sfide più difficili, la voglia di espandere le nostre frontiere - osserva l'astronauta, la cui lettera è una severa dichiarazione d'amore - oggi, da europei, possiamo dire con certezza di essere presenti nello spazio, ma con altrettanta sicurezza sappiamo di non esserne gli attori principali. Eppure il ruolo da protagonisti, tuttora inarrivabile per qualsiasi nazione singola, è quello a cui possiamo e quindi dobbiamo ambire stando insieme".
 
L'Europa è autonoma nell'accesso allo spazio con due linee di lanciatori (il francese Ariane e l'italiano Vega). E anche possiede uno spazioporto, in Sudamerica, quello di Kourou, nella Guyana francese (territorio europeo), finora non ha mai lanciato astronauti nello spazio perché non ha mai realizzato un veicolo per portarceli. E ora osserviamo stupefatti la SpaceX di Elon Musk che sta per restituire agli Usa l'autonomia per lanciare persone in orbita: "La celebrazione di questo importante compleanno dell'Agenzia capita mentre si compie una missione tutta americana di un'azienda privata (e non certo gigantesca) che ha dimostrato come il settore spaziale stia riconfigurandosi grazie all'iniziativa e all'azzardo di attori nuovi, determinati e focalizzati - sottolinea Nespoli - è l'occasione perfetta per augurare all'Esa di ritrovare quello spirito pionieristico che ne ha contraddistinto la nascita".
 

Oltreoceano, il settore privato sta avanzando a grandi passi verso lo sfruttamento dello spazio con l'abbrivio dato dallo sforzo senza paragoni del governo attraverso la Nasa. Ed è pronto per volare con le sue ali e aggredire la nuova frontiera commerciale. "Auguro all'Agenzia Spaziale Europea di rinvigorire quell'ambizione, un po' utopistica, che fu di Amaldi, Auger e di tanti altri come loro - conclude Nespoli - quell'ambizione che, grazie all'unione di risorse, capacità e storie diverse, le consentirebbe di tenere il passo del futuro e magari anche di anticiparlo. Solo uniti e ambiziosi potremo essere uno dei protagonisti dello spazio e osare scrivere la storia del futuro.
Buon compleanno Esa".