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Borisov, la cometa 'aliena' ricca di monossido di carbonio

La composizione chimica dell'oggetto interstellare rivela una concentrazione insolitamente elevata di CO nella sua chioma: da 9 a 26 volte la quantità stimata per le comete del sistema solare

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(Credits: Nasa Goddard Space Flight Center)
(Credits: Nasa Goddard Space Flight Center) 
La cometa 2I/Borisov, il secondo oggetto interstellare il cui passaggio è stato intercettato nel sistema Solare, non è come le altre. Perlomeno per quello che porta con sé. Gli astronomi hanno infatti scoperto che contiene un'alta concentrazione di monossido di carbonio, che nella sua chioma, supera da 9 a 26 volte la quantità stimata per gli altri oggetti celesti simili.

In realtà, i risultati dell'analisi della sua composizione chimica pubblicati su Nature rivelano la presenza di due sostanze: l'acido cianidrico (HCN) e il monossido di carbonio (CO). Ma se la prima è già nota nella composizione di altre comete osservate dagli esperti, la seconda molecola è stata individuata in una quantità ben superiore a quella rilevata in qualsiasi altra cometa che si sia avvicinata al Sole entro 2 unità astronomiche (300 milioni di chilometri).

Il monossido di carbonio, tossico per l'uomo, è un gas comune nello spazio dove si trova in forma di ghiaccio nelle regioni più fredde. La cometa 2I/Borisov, secondo Stefanie Milam del Goddard Space Flight Center, coautrice dello studio, "deve essersi formata da materiale molto ricco di ghiaccio di monossido di carbonio, presente solo al di sotto dei -250 gradi Celsius".

"Ci piace immaginarla come un pupazzo di neve venuto dagli angoli più remoti e freddi dello spazio", spiega lo scienziato planetario Dennis Bodewits dell'Auburn University in Alabama, tra i coautori dello studio. E aggiunge: "Per la prima volta siamo stati in grado di misurare la composizione chimica di un oggetto venuto da lontano mentre questi attraversava il nostro sistema solare".

La cometa 2I/Borisov, individuata nell'agosto 2019 dall'astronomo amatore Gennady Borisov, è stata immortalata con la sua lunga chioma (160 mila km) mentre si avvicinava al Sole. Secondo Bodewits, dev'essere nata molto tempo fa da un ammasso di gas e polveri (probabilmente ricco di monossido di carbonio) che circondava una stella appena formatasi e assai lontana dal nostro sistema.

"La maggior parte dei dischi protoplanetari osservati con Alma si trovano attorno a versioni più giovani di stelle di piccola massa come il Sole", chiarisce Martin Cordiner, astrobiologo del Goddard Space Flight Center della Nasa. "Molti di questi dischi, contenti grandi quantità di polvere e gas estremamente freddi, si estendono ben oltre la regione in cui nel sistema solare si ritiene si siano formate le nostre comete. È possibile che 2I/Borisov provenga da uno di questi dischi più grandi". Su come sia arrivata fino a noi, gli astronomi stanno ancora formulando alcune ipotesi. L'alta velocità (33 km/s) alla quale 2I/Borisov viaggia nello spazio fa supporre che sia stata espulsa dal sistema planetario ospite, complice probabilmente l’interazione con una stella di passaggio o con un pianeta gigante.

L'unico altro visitatore interstellare scoperto nel nostro sistema solare è stato un oggetto roccioso a forma di sigaro chiamato 'Oumuamua, avvistato nel 2017.