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India. Nella città sacra indù tempio millenario ha salvato tartaruga dall'estinzione

La storia ad Hajo, nell'Assam. La particolare specie dal guscio molle, virtualmente estinta in natura, ha trovato rifugio nello stagno del sito votato a Vishnu. Ora, grazie a un programma di riproduzione in cattività, viene reintrodotta in aree aperte

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(afp)
Una tartaruga estinta, anzi no. La bella storia arriva dall'estremo Nord-Est dell'India, da un tempio induista del decimo secolo, che si trova nello stato dell'Assam, non lontano dal Bhutan e dall'Himalaya. Il sito, con annesso stagno, è l'unico luogo del pianeta dove sporavvive la tartaruga dal guscio molle nera (o di Bostami, Nilssonia nigricans), una specie d'acqua dolce tipica dell'India. Dichiarata "estinta in natura" dallInternational Union for Conservation of Nature nel 2002 - (seppure un singolo esemplare sia stato ufficialmente riconosciuto nel 2017 nel Nagaland, stato non distante dall'Assam), la specie, originaria dell'area del Brahmaputra, ha in realtà trovato un estremo rifugio nel laghetto del tempio Hayagriva Madhav, situato ad Hajo, storico centro di pellegrinaggio condiviso da tre religioni (induista, buddista e musulmano). La cultura indù cataloga le testuggini tra le specie sacre e protette: ma in un'area a cultura mista questi rettili cadevano facile preda (anche alimentare) dell'uomo. La progressiva perdita di habitat ha fatto il resto.
Il responsabile del tempio Pranab Malakar mostra alcune uova di tartaruga
Il responsabile del tempio Pranab Malakar mostra alcune uova di tartaruga (afp)

"Adesso, nello stagno del tempio, il numero di tartarughe è significativo, ha raccontato ad Afp Jayaditya Purkayashta, del gruppo conservazionista Good Earth, che ha fatto squadra con le autorità del tempio in un progetto di riproduzione in allevamento della specie. "La popolazione di tartarughe nell'Assam si è drasticamente ridotta - continua l'ambientalista (riferendosi anche alle altre specie a rischio, la tartaruga guscio molle del Gange e la guscio molle pavonina -. Abbiamo quindi ritenuto doveroso intervenire per salvare questi animali dall'estinzione".

In gennaio, Good Earth ha liberato il primo, piccolo gruppo, di 35 tartarughe nate e allevate nel tempio (tra cui 16 nigricens) in un vicino santuario per animali selvatici. Un ruolo importante nell'operazione ha giocato il responsabile del tempio, Pranab Malakar, che si è prodigato a favore delle creature anfibie molto tempo prima che arrivasse il supporto degli ambientalisti. "Nel tempio nessuno fa male alle tartarughe, perché sono considerate reincarnazioni di Vishnu - racconta, ricordando poi che chi, come lui, è nato in quella regione "...è abituato a vederle si da quando era bambino e a rispettarle". 
Una veduta del tempio
Una veduta del tempio (afp)

 Malamar raccoglie pazientemente le uova lasciate dalle tartarughe sulle rive sabbiose del laghetto - dove un recente molo di cemento è stato demolito, per assicurare alle testuggini un habitat più adatto - e le ripone con cura in un'incubatrice dedicata.

Il progetto di Good Earth ha avuto successo, tanto che sono già stati identificati altri 18 templi con stagno dove simili iniziative verranno probabilmente replicate. Ma gli stessi conservzionisti mettono in guardia sulle possibili controindicazioni. Una su tutte, l'eccesso di "amore" per le tartarughe. Il tempio Guwahati riceve centinaia di ospiti al giorno, una parte di loro lancia pane ed altri generi alimentari alle testuggini. "Questo ha indotto alcune modificazioni nella biologia degli animali. Ne ha anche cambiato le loro abitudini, facendo loro perdere la consuetudine alla caccia", racconta Purkayastha.