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Sensori low cost nella carta fiutano i cibi andati a male

Messi sulle confezioni dei cibi, diventano un sistema anti-spreco. Il lavoro dei ricercatori inglesi e italiani

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ROMA - Daremo addio alla data di scadenza degli alimenti? Forse sì, considerando che gli scienziati hanno sviluppato dei sensori di carta (di appena qualche centimetro) che potrebbero essere integrati nelle confezioni per alimenti per valutare la conservazione dei cibi e dire se un certo prodotto è da buttare o si può ancora mangiare, indipendentemente dalla data di scadenza riportata sulla confezione. È quanto si legge sulla rivista ACS Sensors che riporta il lavoro dei ricercatori dell'Imperial College di Londra e di Andrea Ponzoni dell'Università di Brescia che spiega all'Agenzia Ansa: "Dato il loro basso costo e la facilità di produzione, potenzialmente questi sensori potrebbero essere usati su vasta scala nel confezionamento dei prodotti".

Il problema è soprattutto quello di arginare per quanto possibile gli sprechi. Si stima che un consumatore su tre getti via il cibo solo perché ha superato la data di scadenza, ma circa il 60% del cibo gettato ogni anno al secchio (qualcosa come 4,2 milioni di tonnellate secondo i dati della Gran Bretagna) è in realtà ancora buono da mangiare. Di qui l'idea di progettare dei sensori low cost in grado di rilevare la presenza di cibo guasto o che inizia a guastarsi, semplicemente misurando la concentrazione di certi gas (ad esempio ammoniaca) sprigionata da quel cibo e comunque ancora impercettibile dal naso dell'uomo.