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Singapore, la giungla trasformata in parchi e zoo. Gli animalisti: "Così togliamo habitat alla natura"

In arrivo nuovi parchi a tema, con tanto di super resort,  destinati agli animali "per preservarli". Ma per i naturalisti si mettono a rischio diverse specie

2 minuti di lettura
Lo zoo di Singapore
Lo zoo di Singapore (afp)
Un pangolino giace senza vita a ridosso di quella che un domani potrebbe essere la sua futura casa. E' l'immagine simbolo di quello, con forti critiche degli animalisti, che sta accadendo a Singapore, dove diverse zone di giungla verranno trasformate in parchi e zoo a pagamento. 
 
L'espansione di Singapore, città del sud est asiatico che vanta un'ampia area verde a ridosso dei famosi grattaceli, continua senza sosta da anni e nuovi progetti sono pronti a trasformare quelle che oggi sono gli habitat di diverse specie in parchi destinati all'ecoturismo. 
 
Una scelta criticata da molti ambientalisti dopo l'annuncio di un ennesimo progetto che sarà realizzato bonificando un'area della giungla esistente. La nuova zona nel distretto di Mandai destinata al turismo includerà infatti un parco a tema della foresta pluviale con un resort di oltre 400 camere con l'obiettivo di attirare milioni di visitatori. Oltre a questo è previsto anche un grande parco per gli uccelli. 
  Una decisione, in una città tappezzata da diverse "macchie" di foresta dove vivono centinaia di specie, animali selvatici che vanno dalle scimmie ai pangolini, che potrebbe danneggiare moltissimi animali, alcuni dei quali negli ultimi mesi a causa dell'espansione hanno già perso la vita. A ridosso dei cantieri per la nuova struttura sono già stati recuperate le carcasse di diverse animali, fra cui appunto quella di un delicato pangolino. 
 
Gli ambientalisti, riporta l'agenzia francese Afp, sono preoccupati per i lavori e per la nuova tendenza di trasformare tutto in "zoo": già a oggi lo storico giardino zoologico si è espanso creando strutture gemelle limitrofe come il "night safari" e l'escursione fluviale, con inevitabile sbarco di migliaia di turisti straniere e locali.  "Penso chiunque scelga di sostiturire il patrimonio naturale con zoo e strutture per gli animali in cattività stia sbagliando le proprie priorità", ha detto per esempio all'Afp Subaraj Rajathurai, naturalista che ricorda che il nuovo sviluppo sembra più una "priorità per fare soldi anziché preservare la biodiversità".
 
Dall'altra parte i responsabili del  Mandai Park Holdings negano le accuse insistendo sull'intenzione di un progetto nato per preservare la natura e rispettare l'ambiente. L'area su cui si sta sviluppando il nuovo parco fino a poco tempo fa comprendeva zone verdi di periferia, terreni agricoli e territori da sempre casa di scimmie, lemuri e altri animali della giungla. 
 
I segnali che invitano gli automobilisti a prestare attenzione agli animali selvatici nelle aree in ristrutturazione
I segnali che invitano gli automobilisti a prestare attenzione agli animali selvatici nelle aree in ristrutturazione (afp)
A causa dei lavori per la riqualificazione della zona però molti animali hanno abbandonato la foresta spostandosi verso le strade dove, purtroppo, sono morti a causa di incidenti. Fra questi cervi, un pangolino e un esemplare di gatto del bengala, un piccolo felino dal manto simile a quello dei leopardi. I responsabili del Park sostengono che sono state realizzate numerose barriere per impedire che ciò accadesse e che continueranno a lavorare per prevenire incidenti. Al momento esistono ad esempio dei ponti di corde per aiutare le scimmie a superare le zone più trafficate e numerosi cartelli indicano la presenza di animali nell'area. Altri ponti saranno finiti entro la fine dell' anno. 
 
"Abbiamo lavorato con la comunità, fin dall'inizio, per capire cosa avremmo dovuto fare per proteggere effettivamente gli animali e tenerli lontani dalle strade" ha spiegato Mike Barclay, Ceo di Mandai Park Holdings. I lavori per i nuovi parchi, iniziati nel 2017, si dovrebbero concludere nel 2023 quando saranno pronti i 126 ettari per il Park di Mandai che vedrà i visitatori passeggiare su passerelle tra gli alberi per osservare gli animali. Il parco degli uccelli sarà invece un grande spazio con nove enormi voliere. 
 
Nonostante l'intento sia quello di preservare la natura, chiaramente guadagnandoci in termini economici, il progetto del Mandai Park Holdings preoccupa non solo per gli incidenti già avvenuti agli animali ma anche per l'inquinamento luminoso e acustico destinato a danneggiare l'area di giungla circostante.  Per Ho Hua Chew, vicepresidente della Nature Society di Singapore, anziché di un bene si tratta di un "un'altra battuta d'arresto" per l'ambiente naturale del paese. "Non diciamo di non svilupparlo, ma andrebbe davvero lasciato più spazio alla natura. Negli ultimi dieci anni ci siamo sviluppati così rapidamente che molte aree verdi sono andate perdute".