Tina Turner nel ricordo di Elisa: «Accendevi ogni parola e ogni nota»
L’artista monfalconese ha pubblicato con la cantante nel 2006 il singolo “Teach Me Again” dal film a episodi dedicato ai “bambini invisibili”
Tiziana Carpinelli
MONFALCONE Se la morte è il dolore di un’assenza sterminata, il ricordo di chi non è più qui assume invece i contorni dell’ombra dolcissima del suo lascito. Parole, azioni. Ma anche dettagli futili – le ballerine tigrate, i fuseaux neri sulle gambe da pantera – che sono rimasti impressi come su una pellicola, la pelle di un’esistenza. La cantante monfalconese Elisa li rammenta nitidi, quei dettagli, e in una lettera toccante tratteggia il suo ritratto di Tina Turner, acclamata diva del rock scomparsa a 86 anni tre giorni fa.
Lo fa in un post sulla sua pagina social, quella dedicata agli ammiratori, ma non è il testo di una fan. È il racconto di chi ha avuto la fortuna – e non è stato un caso, anzi il frutto del suo talento – di poter cantare con l’inarrivabile artista, paladina dei diritti, pubblicando con lei, nel 2006, il singolo Teach Me Again, dal film a episodi All the Invisible Children dedicato alla vita di “bambini invisibili” in diverse parti del mondo. Un brano di alto spessore, ancora terribilmente attuale.
«Eri felice di vedere giovani donne come me scriversi le canzoni e arrangiarsele e prodursele da sole – scrive Elisa alla notizia della morte di Tina Turner, dedicandole un affettuoso pensiero –. Mi hai detto che era un passo in avanti, che quando eri giovane tu, questo non esisteva perché era tutto in mano agli uomini. Ci sono tanti tipi di violenza, e tutti lasciano dei segni. Ma anche la gentilezza, la dolcezza, accompagnate dalla determinazione, lasciano un’eredità. Lasciano un bene. Tu lasci un bene grande. Grazie per aver creduto in me».
All’incontro con la cantante e attrice naturalizzata svizzera, originaria di Brownsville, Stati Uniti, Elisa Toffoli aveva 29 anni, la frangetta e sul comodino la statuetta del leone di Sanremo. Era poco conosciuta all’estero e non aveva nessun team di discografici e manager internazionali a sponsorizzarla.
«Avevo appena fatto un disco prodotto da Glen Ballard, ma in cui per l’ennesima volta non ero scesa a nessun compromesso e avevo fatto quello che sentivo e basta, affrontandone le conseguenze, nel bene e nel male», annota.
Caterina Caselli, la mentore, aveva però fatto recapitare un demo a Tina Turner. E quelle sonorità l’avevano colpita subito. L’incontro, infatti, arriva perché le era piaciuta quella canzone. Il duetto, quindi, nato in «totale libertà artistica».
«Grande Tina – scrive Elisa – ricordo sempre la tua dolcezza. Con me sei stata gentile e professionale e da subito ho letto nei tuoi occhi un profondo orgoglio e rispetto per me che ero una giovane compositrice e produttrice che si era imbattuta nel miracolo di incontrarti ed essere in uno studio con te».
Addio a Tina Turner, i fan depongono fiori sulla stella a Hollywood. E c'è chi canta "The Best"
C’è una bellissima foto in bianco e nero, come si confà nelle occasioni artistiche che svoltano la vita, postata dalla stessa cantante bisiaca, a immortalare l’allure di quel contatto. Elisa è alla tastiera, Tina Turner appoggiata alla coda del piano e la guarda con occhi di stima, a dispetto dei due mondi, delle due carriere, delle due età diverse.
«In quella giornata a Zurigo, davanti al lago, eri come una fata del rock’n’roll – ancora l’artista di Luce-Tramonti a nordest –. Con le tue ballerine tigrate ai piedi e le tue gambe, sempre bellissime, fasciate nei fuseaux neri lucidi». E poi: «Hai cantato la canzone che avevo scritto per noi, in mezz’ora avevi finito. Umile come pochi. Una forza della natura, nessun auto-tune e nessun effetto. Tu e la tua aura. Accendevi ogni parola e ogni nota, le infiammavi. Come una leonessa. Una forza gentile, però. Saggia. Materna. Una protettrice»
I commenti dei lettori