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Cento anni di Lelio Luttazzi: Trieste dedica al maestro un concerto al Rossetti

Primo appuntamento per le celebrazioni del grande musicista con un’iniziativa gratuita. Sul palco l’esibizione della Big Band Jazz Company diretta da Gabriele Comeglio

Elisa Grando
3 minuti di lettura
Lelio Luttazzi al pianoforte in una foto di Roberto Guberti. 

TRIESTE Un grande concerto gratuito, per la sua Trieste, per festeggiare tutti insieme a ritmo di jazz: così si apriranno le celebrazioni per il centenario del maestro Lelio Luttazzi, nato nella città della bora e del mare il 27 aprile 1923. L’evento, promosso dalla Fondazione Lelio Luttazzi in co-organizzazione con il Comune di Trieste, si terrà lunedì 6 marzo alle 20.30 al Politeama Rossetti e riunirà un gruppo prestigioso di star e nuovi talenti del jazz, dalla pianista Rita Marcotulli al clarinettista e sassofonista Nico Gori, dalla big band di Gabriele Comeglio, storico arrangiatore dei brani di Lelio per Mina, al Trio Manuel Magrini. In scaletta, ovviamente, i grandi brani di Luttazzi da riscoprire nella loro meravigliosa modernità.

L’ingresso al concerto è libero, basta presentarsi al Teatro con un po’ di anticipo: le porte apriranno alle ore 20. «Spero che il teatro Rossetti si riempia per festeggiarlo: Lelio ha suonato lì moltissime volte», ha detto la moglie Rossana alla conferenza stampa di presentazione. «Questo è solo il primo di diversi eventi che celebreranno il centenario in tutta Italia a partire da due uscite discografiche e un’uscita editoriale in aprile, poi due concerti all’Auditorium Rai di Torino e al Blu Note di Milano». Quest’estate, ha ricordato il direttore artistico del festival, anche TriesteLovesJazz gli renderà omaggio. E venerdì 3 marzo, alle 21.20, andrà in onda su Rai Tre il documentario “Souvenir d’Italie” di Giorgio Verdelli che ripercorre le tante sfaccettature artistiche e umane di Luttazzi e che ha appena ricevuto la targa dei Nastri d’Argento come candidato nella cinquina per il Miglior Documentario.

Tutto, però, doveva necessariamente partire da Trieste. Perché la sua città di origine ha attraversato come un filo rosso imprescindibile tutto l’immaginario di Luttazzi, che nel 2007 aveva deciso di tornarci a vivere. «Il ricordo più bello di Lelio era la festa di San Nicolò quando, da bambino, andava alle bancarelle con zia Alida, la sorella della mamma, e zio Leo», ricorda Rossana Luttazzi. «Ci siamo sposati proprio il 6 dicembre: il viaggio per festeggiare il nostro anniversario era sempre a Trieste. E non c’è mai stato un anno che non abbia voluto tornare con me a fare avanti e indietro alle bancarelle. Comprava sempre qualche “strafanìc”, lo divertiva molto. L’altra cosa che facevamo sempre era andare a Prosecco a rivedere la casina, dove aveva vissuto con la mamma durante le elementari. Lui, unico maschio con la mamma insegnante e quaranta bambine».

E c’è un aneddoto della sua infanzia che Luttazzi raccontava sempre divertito. Il padre non aveva voluto battezzarlo ma, quando Lelio aveva tre anni, l’uomo morì e la mamma decise infine di farlo battezzare, nella chiesa di Sant’Antonio. «Lelio ricordava benissimo l’episodio: nell’atto di ricevere il sacramento si era arrabbiato come un matto con il prete, lo aveva graffiato, avevano dovuto tenerlo in tre. La mamma, dopo due giorni, era tornata in chiesa per chiedere se nonostante tutto era veramente stato battezzato».

Un assaggio, insomma, di quel temperamento frizzante che Lelio, persona riservata e modestissima, riversava soprattutto nei suoi pezzi e nella sua musica. Lo ritroveremo al Politeama Rossetti, nel "Concerto per il centenario del Maestro Lelio Luttazzi" presentato da Paolo Tagliaferri, a partire dall’inizio col botto con “Canto anche se sono stonato”, seguita da “Mi piace” che Lelio aveva scritto per Mina, eseguite dal trio di Manuel Magrini, vincitore del Premio Luttazzi nel 2017 come giovane pianista jazz. Magrini salirà sul palco insieme a Bernardo Guerra, il batterista di Stefano Bollani, Francesco Ponticelli al contrabbasso e la cantante Marta Frigo che interpreterà “Non lo so”, brano inedito che Luttazzi aveva scritto per Rossana Casale.

«Lo scopo della Fondazione Luttazzi è sempre stato quello di coinvolgere i ragazzi: Lelio amava molto i giovani», sottolinea la moglie. Poi sarà la volta di Rita Marcotulli, al piano con due brani di Lelio, tra i quali “Muleta mia”. Infine toccherà alla Big Band di Gabriele Comeglio con Nico Gori, e le loro versioni di “Legata a uno scoglio”, “Chiedimi tutto”, “Il giovanotto matto”, “Souvenir d’Italie”, “Sono tanto pigro” e “Jazz allo stadio”, che Luttazzi aveva composto per il film “Gambe d’oro” del 1958 con Totò. Concerto a parte, il centenario è anche l’occasione per rivisitare i luoghi di Lelio in città: la Sala Luttazzi, contenitore di spettacolo al Magazzino 26, e soprattutto lo Studio Luttazzi alla Biblioteca Stelio Crise, visitabile negli orari di apertura della biblioteca, dove sono custoditi i suoi oggetti più personali: il pianoforte, la sua edizione originale dell’ “Oblomov” di Ivan Goncarov, il libro che per lui divenne una filosofia di vita. E la grande fotografia di Louis Armstrong che Lelio si è portato dietro in tutti i traslochi, in ogni città, la prima cosa in assoluto da imballare: «L’ha sempre avuto accanto al pianoforte», dice Rossana, un’ispirazione continua.

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