La regista triestina Laura Samani in corsa agli Efa. Andrea Magnani al Torino Festival
La regista triestina con “Piccolo corpo” in gara ai più prestigiosi premi europei; “La lunga corsa” ci prova il 28 novembre
Elisa Grando
Laura Samani sul palco del David (Ansa)
(ansa)TRIESTE È un momento d’oro per il cinema di provenienza triestina, anche su scala internazionale. È infatti arrivata quasi nelle stesse ore la notizia di due importanti traguardi per la regista triestina Laura Samani e il riminese, ma triestino d’adozione, Andrea Magnani. Samani, con la sua opera prima “Piccolo corpo”, è stata candidata infatti al Premio Fipresci per la miglior scoperta europea agli Efa – European Film Awards, i più prestigiosi premi del vecchio continente assegnati appunto dalla European Film Academy. Samani quest’anno ha già vinto il Premio David di Donatello e il Globo d’Oro assegnato dalla stampa estera in Italia come Miglior regista esordiente, e ora ha serie possibilità di conquistare anche l’Academy europea.
Del resto “Piccolo corpo”, appena uscito in dvd per CG Entertainment, è stato accolto con successo anche nelle sale internazionali, in particolare quelle francesi. La candidatura agli Efa, che saranno assegnati il 10 dicembre, è un’opportunità eccezionale per il cinema regionale tutto: “Piccolo corpo” è prodotto dalla friulana Nefertiti Film di Nadia Trevisan e Alberto Fasulo, con il supporto del Fondo Regionale per l’Audiovisivo e della Fvg Film Commission. È insomma espressione virtuosa di un sistema cinema regionale che dimostra di saper affiancare i talenti del territorio.
Come anche Andrea Magnani che con la sua opera seconda “La lunga corsa”, come la precedente “Easy – Un viaggio facile facile” prodotta da Pilgrim Film e distribuita dalla friulana Tucker Film, sarà in concorso il prossimo 28 novembre al Torino Film Festival. “La lunga corsa” racconta di Giacinto, un ragazzo nato in carcere da genitori detenuti. Fino ai 3 anni ha vissuto dietro le sbarre con la madre, come la legge prevede. Ma poi una volta fuori, tra genitori adottivi e case famiglia, ha continuato sempre a sentirsi sperduto, reagendo con la corsa: Giacinto corre, come se non trovasse un suo posto nel mondo. Quando i suoi genitori muoiono, capisce che deve tornare nell’unico posto dove si sente a casa: il carcere. E lo fa da guardia penitenziaria.
Nei panni di Giacinto c’è Adriano Tardiolo, il giovane attore scoperto da Alice Rohrwacher in “Lazzaro felice”, affiancato nel cast da Barbora Bobulova e Giovanni Calcagno, che già aveva recitato in “Paradise” di Davide Del Degan, scritto proprio insieme ad Andrea Magnani.
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