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Parte la grande giostra del Puppet Festival. Fra Grado e Gorizia più di cento animazioni

Da martedì 25 a domenica 30 agosto spettacoli e incontri sia per bambini che per adulti

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Torna l’Alpe Adria Puppet Festival, rassegna del teatro d’animazione 

GORIZIA Sembra, paradossalmente, che il Covid faccia bene al Cta, al suo evento maggiore: l’Alpe Adria Puppet Festival. Sembra che l’abbia galvanizzato, fatto crescere, almeno a giudicare dagli appuntamenti che il suo numero uno, Roberto Piaggio, ha voluto inserire nel cartellone: 122. Sì, proprio così. E il dato assume una rilevanza ancora maggiore se si considera l’arco di tempo dell’iniziativa: che non è certo di otto o nove mesi, ma solo di… sei giorni, da martedì a domenica 30 per esser precisi. Ovvio, la pandemia impone delle scelte: nel dar vita alle nuove produzioni occorre destreggiarsi tra severe norme restrittive, senza mai trascurare quello che, alla fine, è l’unico giudice: il pubblico.

In ogni caso, oltre cento appuntamenti (la maggior parte di pochi minuti e replicati più volte) sono tanti per davvero, in quella che è stata definita “una giostra” vera e propria: partirà da Grado, fermandosi per tre intense giornate, animate da spettacoli per bimbi, famiglie, ma anche per adulti, con spettacoli basati sugli oggetti da tavolo, scovati tra i bauli del Cta, e sui tanti testi scritti negli anni da Antonella Caruzzi (l’altra anima del Centro teatro Animazione e Figure), che verranno messi in scena con attori quali Serena Di Blasio, Elena De Tullio, Alice Melloni, Marta Riservato e Luca Ronga.

Soprattutto, va segnalato “C’era una volta un bambino”, una delle produzioni nuove firmate Cta che avrebbe debuttato in primavera, se il Covid non avesse intralciato i piani: è fissata per giovedì, alle 17.30 e alle 19, in calle Tognon. Scritto e diretto da Luisa Vermiglio, lo spettacolo si propone di raccontare in modo leggero e colorato i momento più importanti dello scenografo, illustratore e pittore Lele Luzzati.

Quindi, venerdì 28, il festival si sposterà fra Gorizia e Nova Gorica, muovendosi, fino a domenica 30, tra il Castello, i Giardini Pubblici, il parco municipale, la pizza Transalpina, il Kulturni center Lojze Bratuž, con l’intento di coinvolgere il pubblico con tanti piccoli spettacoli, anche questi di breve durata e più volte replicati: in tempi di Covid, le produzioni con cento artisti sul palco a distanza ravvicinata non son possibili, si sa, né si possono soddisfare platee sterminate.

E se per sabato, alle 11, nella sede goriziana della Società Filologica Friulana, è in cartellone l’incontro “Dialogo sul teatro di figura tra generazioni e rigenerazioni” con i critici Alfonso Cipolla e Angela Forti, questa seconda parte della kermesse vedrà anche tre appuntamenti serali, tutti alle 21. Nel dettaglio, venerdì andrà in scena in piazza Transalpina uno spettacolo che è frutto della collaborazione fra i teatri di produzione riconosciuti dalla Regione: nato come prima risposta alle difficoltà causate dalla pandemia al settore artistico, si potrà applaudire “Play with me” della compagnia di danza Arearea di Udine, con Alessandro Maione e Valentina Saggin, su coreografia di Marta Bevilacqua. Sabato, invece, al Bratuž è in programma “Il bacio di una morta”, con Paola Roman (voce recitante) e Oliviero Pari (canto e pianoforte); tratto dall’omonimo romanzo di Carolina Invernizio, mentre la drammaturgia è di Antonella Caruzzi e la regia di Alfonso Cipolla, lo spettacolo si svilupperà sulle note di Verdi, Ponchielli e Puccini oltre che sulla proiezione di immagini che portano la firma di Francesco Tullio Altan. Sempre al Bratuž, domenica sarà la volta di “Puntindelfarobellavistasulmar” con Silvia De Bastiani su testo di Gigio Brunello e la regia di Gyula Molnár.

In sintesi, «l’edizione di quest’anno - ha ieri affermato Roberto Piaggio, quando l’iniziativa nel municipio di Gorizia è stata presentata - vuole essere essenzialmente una grande festa, con 122 spettacoli. Puntando su momenti di socialità e di condivisione, necessariamente pensati nel rispetto delle attuali regole, vorremmo quindi far scrollare di dosso quel senso di sospensione emozionale che ha colpito un po’ tutti, sia adulti che bambini, negli ultimi mesi». Al pubblico, appunto, l’ardua sentenza. —
 

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