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In tremila già seduti nel Salotto Vienna: «Qui si può pensare»

Il curatore Jürgens Weishäupl: «Lo diceva anche Schiele». Oggi tra gli ospiti Udo Staf, attore e regista multimediale. Il programma giorno per giorno

di Marianna Accerboni
3 minuti di lettura
Il regista Udo Staff 

TRIESTE. Parla italiano con leggero accento siciliano Jürgens Weishäupl, mentre gli occhi sprizzano verve, entusiasmo e serietà assoluta. Così il curatore del Salotto Vienna allestito a Trieste nell'ex Pescheria fino al 14 settembre, fa gli onori di casa.

QUI TUTTO IL PROGRAMMA GIORNO PER GIORNO

Nato a Bregenz, già giornalista e ora curatore e produttore, ha vissuto 15 anni a Palermo. A Trieste c’era stato da bambino. «Ora sono sono stupito - esclama - è una delle più belle città che io conosca!».

«L'idea di creare un salotto viennese a Trieste - prosegue - è nata dal sindaco Cosolini nel corso del suo primo incontro ufficiale con il sindaco di Vienna, in occasione di una mostra al Wien Museum su Trieste e la costa sloveno-croata. Abbiamo pensato di farlo non attraverso una mostra bensì con le persone, creando il format del Salotto, luogo di networking, cui abbiamo invitato tutte le altre istituzioni di Vienna, più di 30: Kunsthalle, Belvedere, Kunst Haus, Festival per la musica contemporanea Wien Modern ecc, con direttori, curatori e artisti, in totale oltre duecento. Speriamo che nascano nuovi progetti e legami».

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Qual è stata la reazione del pubblico?

«Sorpresa e curiosità, con più di 3000 persone nel primo weekend. Il programma notturno (da mercoledì a domenica 18-1, sabato 18-4) attualizza la tradizione culturale dei balli viennesi attraverso i vj e i dj, attirando moltissimi giovani: qui c'è un grande interesse per la cultura, sono molto felice che siamo approdati in una città così aperta all'arte».

In questo salotto saranno compendiate tutte le discipline dell'arte, della cultura, del teatro…

«Ci sarà un assaggio di tutta la produzione culturale viennese, dalla pittura, che presentiamo sugli schermi, con artisti e installazioni, al più importante Festival europeo di danza contemporanea, a performance, film, design, editoria, musica. Il 28 agosto Erwin Kiennast, molto popolare in Austria, presenterà in prima mondiale un'invenzione, cui lavora da dieci anni: un pianoforte completamente folle, in cui sono incorporati 12 strumenti. Vienna ha sempre continuato a pensare, sostenuta in modo molto forte dalla politica, che cultura e arte siano elementi essenziali nonchè fonte di turismo e base dell'economia».

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Chi sostiene economicamente il Salotto Vienna?

«Per la maggior parte il Comune di Trieste, che ci ha invitati. Dall'Austria vengono soprattutto sponsor tecnici: impianto audio e video, sedie, luci, i due grandi fondali realizzati all'opera lirica di Vienna dal grande maestro Rudy Zendel, che vive per metà a Trieste, la mostra sull'edilizia popolare viennese 1920-2020, le opere di Schiele esposte nel mini Museo costruito dal Leopold Museum nell'ex Pescheria, diverse realizzate proprio qui…».

Perché Schiele e non Klimt o Kokoschka, altrettanto rappresentativi di Vienna?

«Per il suo forte legame con la città, dove veniva spesso. Figlio di un operaio delle ferrovie, usufruiva di un biglietto gratuito e dall'Hotel Savoia. Scriveva sempre "Qui a Trieste puoi fare in un giorno ciò che a Vienna non fai in un anno. Qui si respira una cultura internazionale, aperta, qui si può pensare"».

La cultura viennese contemporanea è ancora legata a quella dei paesi che un tempo componevano l'Impero?

«Dopo la caduta del muro e delle frontiere moltissimi artisti, anche giovani, di quei paesi sono arrivati a Vienna, che attira di nuovo i soggetti e le città con cui si relazionava in passato. L'80% di chi ricopriva ruoli importanti nei gruppi teatrali finanziati di recente proveniva da Ucraina, Serbia, Polonia, Italia. Ci fa molto piacere questa nuova internazionalità, che si esprime in una produzione molto vibrante e frenetica, perché anche noi, come Trieste, durante la guerra fredda soffrivamo di essere al limite di una frontiera senza più tanti scambi con i vicini».

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Tutto ciò avviene al ritmo del tradizionale brio viennese?

«Questa gioia di vivere e di stare insieme, una certa leggerezza della vita che s'intuisce a volte anche a Trieste, ti risolve le cose. C'è anche il viennese che si lamenta sempre, ma che spesso è scherzoso, un po' come qui, dove tutti hanno la battuta pronta: un binomio che collega un po' Vienna e Trieste».

Prosegue intanto, intensissimo, il programma: oggi il tema sarà "Nella forza dell'immagine". Alle 20.30 incontro con Udo Staf, originale regista, produttore e organizzatore di eventi culturali di massa: in precedenza attore, si è dedicato a livello internazionale al teatro totale e alla regia multimediale, connettendo in modo molto attuale diverse forme e pratiche artistiche con fitti spazi percettivi e immagini ricche di emozioni, sì da influenzare la sensibilità e il rapporto del pubblico con il quotidiano. Formatosi come regista al Max-Reinhardt di Vienna, ha lavorato con il regista Jérôme Savary e con il teatro di strada e danza.

Dal 2007 è nella direzione del gruppo francese Quorum Productions, dal 2011 direttore artistico di Labelrencontre.

Tra le ultime realizzazioni dell’artista, l'inaugurazione del quartiere Confluence di Lione e la partecipazione al Festival of light di Dubai.

Seguiranno alcuni corti. Domani il tema sarà invece "Nelle culture" (www.salotto-vienna.net).

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