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M5S lancia il reddito minimo Bonus da 600 euro al mese

Pronta la proposta di legge per sostenere economicamente disoccupati e precari La durata massima del beneficio è tre anni: «Ma non è una misura assistenziale»

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TRIESTE. Lo chiamano “reddito minimo garantito”. Lo fanno valere fino a 600 euro al mese. Lo ipotizzano per tutti i disoccupati residenti (da almeno due anni) in regione, sempre che dimostrino impegno nella ricerca di un lavoro. Nemmeno tanto, a dire il vero: il beneficio, in caso di mancata occupazione, può durare fino a tre anni. Il Movimento 5 Stelle aveva già lanciato la sfida a Debora Serracchiani e alla sua maggioranza su quello che, ai tempi di Riccardo Illy, veniva chiamato reddito di cittadinanza. Adesso, dopo aver raccolto i suggerimenti della rete, i grillini confezionano una proposta di legge di 14 articoli che punta all’istituzione del “Rmg” come misura anti-povertà.

La premessa, non a caso, sono i numeri: disoccupazione al 7,4% nel 2013 e calo degli occupati tra i 15 e i 24 anni in Fvg dai 29.600 del 2008 agli attuali 13mila. È Cristian Sergo a “pesare” la soglia di povertà relativa, fonte Istat, a quota 600 euro mensili, la cifra che oggi sarebbe il punto di riferimento del provvedimento. Il gruppo consiliare M5S non fa stime, ma si dice convinto che, dai soldi risparmiati su «operazioni spreco» come quella del colibrì sull’aereo (motivo dello scontro tra Serracchiani e il presidente dell’Aeroporto Sergio Dressi) a una razionalizzazione del sistema del welfare, le risorse si troveranno. «Anche perché - chiarisce ancora Sergo -, se è vero che ci sono più o meno 65mila persone che ogni anno si recano nei centri per l’impiego, poco più della metà sono totalmente prive di forme di reddito. In epoca Illy si contarono non più di 4mila domande. E dunque, dato che non sarà necessaria un’integrazione da 600 euro per tutti, e con la Regione che dovrà anche mettere in campo iniziative per incrementare i posti di lavoro, il pubblico può sostenere l’intervento».

L’aiuto è pensato sia per chi è senza lavoro sia per i precari che faticano a mettere insieme uno stipendio. La Regione, nelle intenzioni grilline, dovrebbe corrispondere a loro favore l’integrazione che manca a raggiungere appunto i 600 euro al mese. L’articolo 4 dispone poi i requisiti per l’accesso al bonus: maggiore età, residenza da 24 mesi nel territorio regionale, attestazione Isee del nucleo familiare inferiore a 8mila euro e sottoscrizione del Pai, il piano di azione individuale, «strumento già esistente nei centri per l’impiego, ma da rendere più efficace», chiarisce la capogruppo Elena Bianchi. Il reddito minimo garantito, sussistendo quei requisiti, verrebbe erogato per un periodo massimo di 36 mesi, con sospensione nel caso in cui il beneficiario percepisca redditi pari o superiori alla soglia di povertà, e fermo restando l’obbligo di seguire il percorso di ricerca attiva di un’occupazione indicato nel Pai (è previsto al massimo un rifiuto all’anno di offerte di lavoro). «Non si tratta di una misura assistenzialista - assicura Sergo -, nessuno potrà approfittarne. Si tratta al contrario di introdurre un aiuto di inclusione sociale e per il diritto al lavoro che, in Ue, manca solamente in Italia, Grecia e Ungheria».

Per stendere la legge, precisano i consiglieri regionali pentastellati, il punto di riferimento è stato la proposta di legge nazionale («Quella che anche Matteo Renzi ora ci vorrebbe copiare»), ancora non calendarizzata in Parlamento. L’intenzione è di partire quanto prima con il dibattito in commissione consiliare. «Con il Pd non abbiamo ancora parlato, ma si tratta di un punto del nostro programma elettorale - ricorda Ilaria Dal Zovo - e ci auguriamo che ci sia la massima condivisione possibile. L’assessore al Lavoro Loredana Panariti, quando abbiamo lanciato il sondaggio online, si era detta interessata». «Se si procede sul fronte della riforma sanitaria - aggiunge Andrea Ussai -, non ci si deve dimenticare dell’opportunità di rivedere anche il welfare, cancellando l’assistenzialismo a favore di interventi anti-emarginazione».

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